Kite e deriva commerciale.

un luogo dove fare due chiacchiere in amicizia
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maxilconte
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Kite e deriva commerciale.

Messaggio da maxilconte »

Argomento vecchio ma vorrei capire cosa ne pensate.
Da ex vicepresidente di un'associazione kite, e da tuttora possessore di una visione del mondo piuttosto quadrata, sono prevalentemente favorevole a far pagare un "ticket" ai kiter che vogliono usufruire di corridoi e servizi vari. Quando lo spot è grande, o, dove esistente, c'è una "stagione" e una "fuori stagione" c'è ovviamente la scelta: pago e sto comodo o non pago e mi arrangio. Il problema si pone quando la scelta non c'è. Sempre più spesso vengono poste condizioni e balzelli assurdi per poter usufruire di corridoi o di spazi che non possono essere evitati. Capisco bene che il problema spesso è facilmente aggirabile "sbattendosene" ma purtroppo non sono il tipo.
Leggo su FB di spot laziali dove si chiede il tesseramento ANNUALE di 70€ adducendo l'impossibilità di permettere uscite giornaliere e, nei commenti dei soci leggo con orrore che la richiesta è perfettamente legittima e auspicata per "scremare" i kiter evitando di riempire lo spot di "gente che magari passa di lì un giorno solo"...
In Sardegna personalmente ho avuto due esperienze abbastanza negative. In una spiaggia c'era il corridoio ma non si poteva usare senza la presenza di un istruttore (!). Sentitolo via mail mi dice che serve la tessera iko, un'assicurazione, la sua presenza E COMUNQUE, "capiscimi" mi raccomando di "non fare casino" che la spiaggia è piena di bagnanti. Tradotto: se esci con me pagando il corso sei il benvenuto altrimenti stattene a casa.
La seconda, a Punta Trettu, mi sono scontrato con l'associazione locale che (a detta loro) ha in concessione lo spot. Volevo fare un'oretta di prove alla figlia che è alle partenze e per evitare casini ho chiesto dove potevo mettermi. "Impossibile, vietatissimo". Ok, pago due ore di corso+tessera alla figlia. "Si ma devi fare la tessera anche tu per l'assicurazione, come tutti". Gli dico che l'assicurazione (l'inutile UISP) ce l'ho pur non avendola dietro. Controllano. Ce l'ho ma secondo loro la dicitura non va bene. Per non continuare la farsa la faccio (l'inutile UISP anche loro). Mi dicono dove posso uscire, un catino di forse 500 metri perchè sopravvento è vietatissimo e sul lato destro è per i corsi che ovviamente solo loro possono fare. Ribatto che sopravvento c'erano almeno 10 kiters che giravano indisturbati e loro dicono che non possono certo stare a richiamare tutti. Tralascio altre regole TASSATIVE bellamente infrante dagli stessi loro istruttori.
Per non contare le volte che ho osato dare due dritte ad amici in altri spot e sono stato immediatamente redarguito dagli istruttori locali.
Il concetto è sbattersene e litigare o pagare? Forse no, il concetto sarebbe di ritrovare lo spirito del kite, del piacere di incontrare in mare e di aiutare chi non si conosce, di spiegare i segreti dello spot per condividerne le bellezze. Ma probabilmente i tempi non sono più quelli...
Oppure, all'italiana, servirebbe un regolamento nazionale che stabilisca COME e CHI bisogna COMUNQUE "accettare" anche negli spot in concessione in modo da dare il potere agli utenti di "denunciare" i gestori che fanno inspiegabili cernite.
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da maxilconte »

Aggiungo: dato il fastidio ho cercato altri spot in zona e mi sono diretto al Windsurf club di Cussorgia. 8 euro per entrare, lancio e parcheggio assistito, lavaggio kite, baretto, parcheggio, spazi pressochè infiniti e...sorrisi. Consigliatissimo!
marceleo
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da marceleo »

Sostanzialmente la penso come te: non mi dispiace a fronte di un servizio offerto... una doccia, un posto dove lasciare una sacca, anche una solo tinozza per togliere la sabbia....

Diversamente, fare una tessera (ricattatoria), per una uscita mi vede contrario!

Anche a me è capitato in Sardegna ad Alghero, che un "presidente" di una associazione pretendesse l'iscrizione all'associazione, dicendomi che il corridoio di lancio era stato concesso dal comune solo ai tesserati... ero disposto ad offrire un pagamento simbolico ma dopo le sue insistenze ho lasciato perdere e siccome ero già uscito, mi sono preso l'attrezzatura e sono andato via. Questo qualche anno fa...
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da ErPiotta71 »

8 euro?
Beh, se siamo in vacanza ci sta ma se fosse in terre nostrane, oltre a 8 euro cè da pagare anche il parcheggio se cè.
Poniamo senza costi di parcheggio, se faccio kite tutti i giorni spenderei sui 240 euro al mese (8x30)!
Troppo! ! ! !
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da attila »

Anche per me esperienza negativa simile in Sardegna qualche giorno fa. Ero con fidanzata quindi non era una vacanza strettamente kite, avevo attrezzatura in macchina quindi se in dieci giorni riuscivo a beccare un paio di uscite bene, altrimenti niente.
Vado in spiaggia dopo le 18, quando non c'era quasi più nessuno. Chiedo gentilmente informazioni e mi viene detta la solita menata che devo obbligatoriamente tesserarmi presso di loro. Faccio notare che sto girando la costa e quindi non potevo tesserarmi con tutte le kitebeach e dicono che non si può, che è obbligatorio, che ci sono delle spese ecc. ecc. A quel punto me ne vado perchè non ho voglia di passare le vacanze a litigare.

Il giorno dopo faccio qualche telefonata alle varie scuole kite della zona e la risposta è simile: se vuoi fare il corso sei il benvenuto, se sai già fare kite...boh...ehm...non si può...il corridoio è solo per i soci...la capitaneria crea problemi ecc.ecc..
Soluzioni non ne ho ma probabilmente per le prossime vacanze mi porterò attrezzatura solo se vado in posti kite-friendly (Fuerte-Tarifa-Calabria ecc.).
Sono contrario ad un tesseramento nazionale perchè sarebbe l'ennesima tassa all'italiana con balzello annuale.
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da maxilconte »

ErPiotta71 ha scritto:8 euro?
Beh, se siamo in vacanza ci sta ma se fosse in terre nostrane, oltre a 8 euro cè da pagare anche il parcheggio se cè.
Poniamo senza costi di parcheggio, se faccio kite tutti i giorni spenderei sui 240 euro al mese (8x30)!
Troppo! ! ! !
Penso che in quel caso ci sia un forfait. Normalmente i centri kite che ho frequentato in giro comunque chiedevano 50-60/settimana con rimessaggio e lavaggio. E visto che difficilmente una vacanza kite dura più di 7-10 gg non è improponibile.
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Lumumba
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da Lumumba »

maxilconte ha scritto:Argomento vecchio ma vorrei capire cosa ne pensate.
Da ex vicepresidente di un'associazione kite, e da tuttora possessore di una visione del mondo piuttosto quadrata, sono prevalentemente favorevole a far pagare un "ticket" ai kiter che vogliono usufruire di corridoi e servizi vari. Quando lo spot è grande, o, dove esistente, c'è una "stagione" e una "fuori stagione" c'è ovviamente la scelta: pago e sto comodo o non pago e mi arrangio. Il problema si pone quando la scelta non c'è. Sempre più spesso vengono poste condizioni e balzelli assurdi per poter usufruire di corridoi o di spazi che non possono essere evitati. Capisco bene che il problema spesso è facilmente aggirabile "sbattendosene" ma purtroppo non sono il tipo.
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In Sardegna personalmente ho avuto due esperienze abbastanza negative. In una spiaggia c'era il corridoio ma non si poteva usare senza la presenza di un istruttore (!). Sentitolo via mail mi dice che serve la tessera iko, un'assicurazione, la sua presenza E COMUNQUE, "capiscimi" mi raccomando di "non fare casino" che la spiaggia è piena di bagnanti. Tradotto: se esci con me pagando il corso sei il benvenuto altrimenti stattene a casa.
La seconda, a Punta Trettu, mi sono scontrato con l'associazione locale che (a detta loro) ha in concessione lo spot. Volevo fare un'oretta di prove alla figlia che è alle partenze e per evitare casini ho chiesto dove potevo mettermi. "Impossibile, vietatissimo". Ok, pago due ore di corso+tessera alla figlia. "Si ma devi fare la tessera anche tu per l'assicurazione, come tutti". Gli dico che l'assicurazione (l'inutile UISP) ce l'ho pur non avendola dietro. Controllano. Ce l'ho ma secondo loro la dicitura non va bene. Per non continuare la farsa la faccio (l'inutile UISP anche loro). Mi dicono dove posso uscire, un catino di forse 500 metri perchè sopravvento è vietatissimo e sul lato destro è per i corsi che ovviamente solo loro possono fare. Ribatto che sopravvento c'erano almeno 10 kiters che giravano indisturbati e loro dicono che non possono certo stare a richiamare tutti. Tralascio altre regole TASSATIVE bellamente infrante dagli stessi loro istruttori.
Per non contare le volte che ho osato dare due dritte ad amici in altri spot e sono stato immediatamente redarguito dagli istruttori locali.
Il concetto è sbattersene e litigare o pagare? Forse no, il concetto sarebbe di ritrovare lo spirito del kite, del piacere di incontrare in mare e di aiutare chi non si conosce, di spiegare i segreti dello spot per condividerne le bellezze. Ma probabilmente i tempi non sono più quelli...
Oppure, all'italiana, servirebbe un regolamento nazionale che stabilisca COME e CHI bisogna COMUNQUE "accettare" anche negli spot in concessione in modo da dare il potere agli utenti di "denunciare" i gestori che fanno inspiegabili cernite.
Nn conosco bene la sarda, ma nn e' che queste fantomatiche corsie con richieste di tessere varie sono posizionate in posti prettamente turistici dove sono costretti piu o meno a regolamentare (e fare cassa...)?
la sarda e' grande..di gente che ci va ne conosco tanta...MAI sentito di uno che avesse avuto problemi ad uscire...certo e' che se vai in posti turistici..stanno a guardare il capello.
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da madmax7501 »

attila ha scritto:Anche per me esperienza negativa simile in Sardegna qualche giorno fa. Ero con fidanzata quindi non era una vacanza strettamente kite, avevo attrezzatura in macchina quindi se in dieci giorni riuscivo a beccare un paio di uscite bene, altrimenti niente.
Vado in spiaggia dopo le 18, quando non c'era quasi più nessuno. Chiedo gentilmente informazioni e mi viene detta la solita menata che devo obbligatoriamente tesserarmi presso di loro. Faccio notare che sto girando la costa e quindi non potevo tesserarmi con tutte le kitebeach e dicono che non si può, che è obbligatorio, che ci sono delle spese ecc. ecc. A quel punto me ne vado perchè non ho voglia di passare le vacanze a litigare.

Il giorno dopo faccio qualche telefonata alle varie scuole kite della zona e la risposta è simile: se vuoi fare il corso sei il benvenuto, se sai già fare kite...boh...ehm...non si può...il corridoio è solo per i soci...la capitaneria crea problemi ecc.ecc..
Soluzioni non ne ho ma probabilmente per le prossime vacanze mi porterò attrezzatura solo se vado in posti kite-friendly (Fuerte-Tarifa-Calabria ecc.).
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Ciao Attila,
credo che tu abbia ragione, anche se per esempio nel sud Sardegna ci sono tanti kite spot free, o alcuni che richiedono assicurazione e rispetto delle regole..Per esempio quelli di kitezone o dell'associazione Hyper island sono sempre gentili e disponibili .....certo avere un assicurazione RCA secondo me al giorno d'oggi è indispensabile, pagare un balzello giornaliero NO! Infatti bisogna capire di che tipo di spot si tratti...se e' stato autorizzato da comuni, capitaneria di porto, ecc..non si deve pagare nulla..se sono privati in concessione allora le regole le dettano loro. In ogni modo bisogna sempre verificare perchè molte scuole kite raccontano balle!!! : ahahah : : ahahah : :cipTrick:
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da maxilconte »

@lumumba il fatto è che personalmente quando non conosco lo spot e nemmeno la zona (e sono solo) preferisco sentirmi più tranquillo e uscire dove escono tutti e, magari, c'è anche un rescue. Da qui il fatto che non mi disturba pagare ma è odioso sentirsi "turlupinato" o addirittura malvoluto.
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da maddy »

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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da Lumumba »

maxilconte ha scritto:@lumumba il fatto è che personalmente quando non conosco lo spot e nemmeno la zona (e sono solo) preferisco sentirmi più tranquillo e uscire dove escono tutti e, magari, c'è anche un rescue. Da qui il fatto che non mi disturba pagare ma è odioso sentirsi "turlupinato" o addirittura malvoluto.
giusto ragionamento, ma se ti perculano...spostati 300 metri e esci...tanto nn penso che se naufraghi da pagante vengano a ripescarti...se nn conosci i posti e nn sei in grado di capire se lo spot e idoneo..cerca dei kite in volo..guarda che misure hanno e aggregati.
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da ste76 »

E io che speravo di far kite in Sardegna senza nessuno che rompesse le palle...
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da LONG »

Mi chiedo:che succede se uno decide di uscire ugualmente utilizzando il corridoio di lancio senza pagare? In altre parole come pensano i gestori di far rispettare quanto da loro richiesto? Se uno rispetta le regole imposte dall'ordinanza di disciplina emanata dall'autorità preposta il resto di cui si parla come può essere fatto rispettare senza chiaramente infrangere la legge penale.....?
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da Ros »

ste76 ha scritto:E io che speravo di far kite in Sardegna senza nessuno che rompesse le palle...
È pieno di spot amichevoli e con vento garantito in Sardegna, proprio tutti a punta trettu volete andare? A me non è piaciuto per l'acqua e la zona, oltre alla gestione della clientela che mi ha irritato molto. Vai a porto botte ci sono due spot, se vai allo spot Cabrinha (quello sopravvento) son 20 euro tessera annuale, partono col gommone appena che c'è un Kite in acqua che non riparte, belle donne, vento dalle 9:30 di mattina. Altrimenti c'è lo spot dei polacchi di Kite worldwide sottovento al centro windsurf. Poi se volete fare 7 giorni 7 spot dovete andare un po' a fantasia. L'anno scorso l'ho fatto e non ho mai pagato a parte al centro windsurf di SaBarra dove ho pagato l'uscita volentieri. Quando la situazione è giusta la quota si paga per mantenere la situazione attiva, altrimenti alzi e abbassi da solo, vai in mare da solo, naufraghi da solo, ritorni da solo, mangi da solo, dormi da solo. Se uno si integra riesce ad uscire anche a Baia Chia coi locals.
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da maddy »

LONG ha scritto:Mi chiedo:che succede se uno decide di uscire ugualmente utilizzando il corridoio di lancio senza pagare? In altre parole come pensano i gestori di far rispettare quanto da loro richiesto? Se uno rispetta le regole imposte dall'ordinanza di disciplina emanata dall'autorità preposta il resto di cui si parla come può essere fatto rispettare senza chiaramente infrangere la legge penale.....?
ero rimasto a questa considerazione pure io

ma sostengono che i corridoi sono a uso esclusivo dei soci dell'associazione
salvo richiedere un gettone giornaliero per l'uscita
o come si diceva spesso il pagamento dell'intera quota
a prescindere dal numero delle uscite
il tutto su zona demaniale (parcheggi a pagamento esclusi)

a me non risulta legale ma non sono aggiornato
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da attila »

Ros ha scritto:
ste76 ha scritto:E io che speravo di far kite in Sardegna senza nessuno che rompesse le palle...
È pieno di spot amichevoli e con vento garantito in Sardegna, proprio tutti a punta trettu volete andare? A me non è piaciuto per l'acqua e la zona, oltre alla gestione della clientela che mi ha irritato molto. Vai a porto botte ci sono due spot, se vai allo spot Cabrinha (quello sopravvento) son 20 euro tessera annuale, partono col gommone appena che c'è un Kite in acqua che non riparte, belle donne, vento dalle 9:30 di mattina. Altrimenti c'è lo spot dei polacchi di Kite worldwide sottovento al centro windsurf. .
Ecco il problema è saperlo prima ed andare direttamente in uno spot amichevole. Se avessi letto un post come il tuo prima di partire, sarei andato direttamente negli spot suggeriti evitando gli altri.
Ero andato anche 8 anni fa in Sardegna ed ero uscito un po' dappertutto senza nessun problema.Evidentemente le cose sono un po' cambiate.
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da kiteman »

Beh, per come funzionano le cose qui sul lago, la questione "formale" si risolve facilmente, richiedendo al Circolo/Club/Scuola una copia della concessione demaniale dove, credo, dovrebbero essere indicate le regole di utilizzo del corridoio e/o eventuali compensi dovuti.

In assenza di carta scritta, visto il paese in cui viviamo, potrebbe anche essere tutto tranquillamente falso e abusivo.

Prendo spunto dal corridoio di uscita qui a Gera Lario.
C'è una concessione demaniale, è tutto scritto, pubblicato in bacheca sullo spot: la zona, le delimitazioni, le regole, chi è il gestore e con quali obblighi/doveri/responsabilità.

Il gestore non può decidere spontaneamente di far pagare per il corridoio senza preventiva autorizzazione da parte dell'Ente locale che gestisce il Demanio, con conseguente riscrittura/ripubblicazione/etc della concessione e quindi delle regole, etc.

Quindi.. se vi chiedono soldi o enunciano regolamenti, fatevi mostrare la Concessione.

Se non ve la vogliono mostrare.. già la cosa non torna e a questo punto, dopo aver nascosto adeguatamente la macchina per evitare che le ruote si forino da sole sotto al sole, armate e uscite in autonomia senza versare l'obolo.

Ma sicuramente meglio, per evitare problemi, trovare in zona un posto poco affollato e stare tranquilli.

Oppure pagare a prescindere..
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da maddy »

Ottimo suggerimento

Anzi direi

Ciao, scusate posso vedere la vostra concessione ?

Così
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da Motion »

E' un argomento che ritorna ogni tanto questo.


C'è da dire una cosa che oramai in estate fare kite è diventato sempre più diffcile, anche in zone dove vigono poche o nessuna regola. Per esempio in sicilia zona Marsala una volta si usciva ababstanza tranquilli dappertutto, ora rompono le balle anche li la capitaneria.
Anche qui da noi la capitaneria voleva interdire completamente il kitesurf durante la stagione balnerare per le solite discussione che capitano tra bagnanti, bagnini ecc quando succede qualche piccolo imprevisto o c'è il co..one di turno.

L'unico modo per uscire ancora è stato creare un'associazione fare tutti gli iter previsti , perdere un bel pò di tempo e sobbarcarsi costi e responsabilità.
Attualmente chi si è preso la briga si è , almeno per quest'anno sobbarcato costi e tutto il resto, anche se presumo che la delibera riporti che il corridoio sia ad utilizzo pubblico.

La cosa giusta sarebbe che se vuoi uscire in questi posti devi concorrere alle spese di gestione pagando appunto una cifra per l'uscita giornaliera compresa tra i 5 e 10 € se stati li una settiamna o più giorni si paga un forfait.

Non condiviso assolutamente che invece detta le condizioni addicendo il corridoio è mio e faccio quello che voglio io, i corridoio sono sempre su territorio demaniale e normalmente le conccessioni sono date come un srvizio pubblico, visto che il kite genera turismo movimento e quindi guadagno anche per le infrastutture del territorio.

Cmq se posso evito come la peste zone affollate , discussioni ecc ecc., un buco da qualche parte si trova sempre o quasi.

Detto questo cercherò di evitare di andare in vacanza dove ci sono zone evidenziate da maxil conte, stesso motivo per cui in alcune regioni non mi attirano in estate per fare kite

Che mondo diffcile : Sad : : shake :
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da piergiorgio »

Ci sarebbe anche da aggiungere, giusto per fare il pignolo : Smile : l'eventuale ricevuta per il pagamento effettuato.
Secondo me (che devo andare in sarda in agosto) il problema non è nel pagare una quota (ragionevole) per uscire. Si fa e basta.
E' quando si pone un divieto e/o una condizione vessatoria (come l'iscrizione annuale o altro). A quel punto si presentano tre situazioni:
-piantare casino ( e uno in ferie non ne ha voglia)
-cercare di trovare un compromesso
-lasciar perdere.
Credo che la situazione vada valutata in base al modo/comportamento dei referenti; l'arroganza e la prepotenza sono difficilmente accettabili e a quel punto credo che se uno volesse potrebbe andare in capitaneria, verificare la situazione concessoria ed evemtualmente fare un esposto.
Tutto questo se ne vale la pena (essendo in ferie : Smile : ); però diciamo che una "registrata" a questi personaggi (sempre che si trovino : Wink : ...) per i posteri non farebbe male.......
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Re: Kite e deriva commerciale.

Messaggio da maxilconte »

piergiorgio ha scritto:Ci sarebbe anche da aggiungere, giusto per fare il pignolo : Smile : l'eventuale ricevuta per il pagamento effettuato.
Secondo me (che devo andare in sarda in agosto) il problema non è nel pagare una quota (ragionevole) per uscire. Si fa e basta.
E' quando si pone un divieto e/o una condizione vessatoria (come l'iscrizione annuale o altro). A quel punto si presentano tre situazioni:
-piantare casino ( e uno in ferie non ne ha voglia)
-cercare di trovare un compromesso
-lasciar perdere.
Credo che la situazione vada valutata in base al modo/comportamento dei referenti; l'arroganza e la prepotenza sono difficilmente accettabili e a quel punto credo che se uno volesse potrebbe andare in capitaneria, verificare la situazione concessoria ed evemtualmente fare un esposto.
Tutto questo se ne vale la pena (essendo in ferie : Smile : ); però diciamo che una "registrata" a questi personaggi (sempre che si trovino : Wink : ...) per i posteri non farebbe male.......
Pienamente d'accordo. Il mio fastidio è nato dal fatto che dopo aver chiesto consiglio su dove non rompere le scatole con la figlia mi hanno risposto "impossibile"; ho quindi pagato 115 per la figlia (corso + iscrizione) e comunque anche la mia tessera kite non era idonea e dovevo rifarla (altri 15); non contento (siccome pensavo fossero ormai paghi) al termine del corso (buono, devo dire) ho nuovamente chiesto dove far fare un po' di pratica ORA CHE ERA IN GRADO DI PARTIRE e COMUNQUE hanno storto il naso pretendendo altre ore di corso. Morale, per non farsi il fegato amaro, il giorno dopo eravamo sullo spot alle 7 di mattina: due ore alla figlia senza nessuno in acqua e alle 9, all'inizio dei corsi, ho fatto due ore io.
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