Prime perturbazioni e primi incidenti

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fabnik
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da fabnik »

Bidello ha scritto:
fabnik ha scritto:Mi fischiavano le orecchie...
Copio qui il mio post su Fb.
A volte il problema non è il troppo vento ma esattamente il contrario.
Il vento che finisce di colpo e ti lascia in balia del mare.....
Azz Fabio, da brivido.

Spero tu sia a posto, mentalmente.

Un abbraccio.
Almeno quanto prima.
Diciamo nella norma.. : Wink :
Vivi,come se avessero lasciato il cancello aperto !!
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maddy
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da maddy »

O sono io strano

ma queste storie per me sono la norma delle varie possibilità in cui ci si può trovare facendo certe attività

Forse sono 60 anni di esperienze più o meno dirette ma, come si diceva, l'alternativa è esserci dentro o esserci fuori.

Una volta dentro normale che possa andare così e finire a volte anche cosá.

Esistono anche delle belle statistiche sui vari modi in cui la gente finisce male in tutte le discipline

Solo l'imbarazzo della scelta

PS parecchi mentalmente subiscono dei cambiamenti, anche estremi, fortunatamente
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da mabo »

.[/quote]avevo lo stesso problema. risolto schiacciando in morsa il gancio rendendolo piu chiuso. Da allora nn mi e piu capitato si sganciasse.

Grazie. Non ci avevo pensato. adesso provo a chiudere il gancio anche perchè credo che Ozone abbia verificato prima di mettere in commercio il suo finger. L'ultimo è corto ma non è più morbido come quelli vecchi.
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da mabo »

Riguardo all'incidente purtroppo il fatto grave è che, specie quando c'è onda gli spot non sono attrezzati al recupero del kiter in difficoltà. Bisognerebbe spendere - per i kite e + per la sicurezza. Non si può e non si deve fare gli eroi.
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da 00gabri00 »

Tralasciando il fatto che Fabio proprio uno sprovvenduto e pivello di primo pelo non lo è per nulla , sapendo il fatto suo in kite (e la sfiga può capitare a tutti ) quoto assolutamente onlybigwave .

C'è la sfiga . Ma , come scrivono sul gruppo di windsurf in questi casi , ci deve essere dietro assolutamente l'allenamento. Allenamento specifico , piscina , fiato , gestire la condizione ecc.

Non prendo il caso specifico di Fabnik , per carità ...ma chi si trova in quelle condizioni , non deve andare più lontano delle reali condizioni fisiche (vedi nuotata) che gli permettano di controllare il rientro e le onde.
In bretagna due miei amici bravi,con vento side side off x surfarsi uno spot famoso su onda hanno cercato disperatamente una barca che uscisse con loro e li appoggiasse.
Risposte dei local : :" li ci vai solo se riesci a nuotare fino a riva da solo con i panettoni che ti frangono adosso ". Risp bella cretina . Ma con un fondo di verità. Nn ci si improvvisa mai ragazzi.
Scagli comunque la prima pietra chi nn ha fatto cavolate cosi. Ricordo bene un punta Sino a Capo Verde all'imbrunire con Toppy , ben ben oltre il relitto (finiva l'isola) con vento side ... "bella quell'onda ... bellissima quellaltra!! " ma lisola era finita da un pezzo.

Ps : andrò molto controcorrente e so di scrivere una frase che a molti non piacerà, ma il giubotto con onda formata è solo pericoloso per me.
Nn ti permette di fare duck dive , ti fa frullare e gestisci male la condizione. Se poi sei fuori 3 km e nn riesci fisicamente a rientrare perché spossato... sicuro è un grande aiuto . Ma hai sbagliato in partenza a nn valutare il rischio distanza.
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da maxilconte »

Gli ultimi messaggi contengono profonde verità. E sono più che convinto che il 95% di noi non sia in grado di rientrare a nuoto. Io per primo. Per questo sono anni che dico, senza vergogna, che di fatto non so nuotare. E tutti a rompermi le palle. Ma qui vedo che si scoprono gli altarini. Nuotare significa AVANZARE a bracciate in mare, anche formato, non GALLEGGIARE aggrappati a qualcosa o sostenuti da qualcosa lasciandosi portare dalle onde. Tutti quelli che millantano rientri a nuoto dopo mezzore o ore passate in acqua di fatto hanno galleggiato assecondando la spinta del mare con qualche bracciata o colpo di gambe. Sarò un coniglio ma prima di far correre la mia tavola su acque profonde valuto 1) quanta gente c'è attorno (che in caso può darmi una mano), 2) quanta gente c'è in spiaggia (idem) e 3) se il vento è abbastanza stabile (sicuramente NON marginale) da permettermi un rientro rapido in acque sicure. Altrimenti mi tengo felicemente cari i "miei" svariati kmq di acqua alta un metro dove normalmente surfo. Non sarà da fighi ma è molto, ma molto rilassante.
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da kiteman »

Fabio, felice che tu ce l'abbia raccontato. : Thumbup :

La domanda che mi sto ponento è: cosa sarebbe stata la cosa giusta da fare?

E non mi riferisco a non fare l'uscita perchè se un fabnik, con l'esperienza che ha, decide di andare in acqua.. è presumibile che abbia preso una decisione neanche troppo azzardata.

Abbandonare l'attrezzatura è stato indice di freddezza nella valutazione della situazione. E non credo sia facile farlo.
Non mi sono mai trovato in condizioni del genere ma mollare alla deriva tutto non credo sia facile (mentalmente).

E allora se tentare di rientrare a riva in quelle condizioni è stata la questione "critica" che ti ha messo in serie difficoltà.. quale poteva essere la giusta alternativa?

La prossima volta che una cosa simile capita ad uno di noi.. che deve fare per aumentare le probabilità di uscirne vivo?

Invece di ammazzarsi di fatica a rientrare, magari lasciarsi trasportare dalle correnti sperando che qualcuno lo segnali e gli aiuti lo vengano a prendere?
Oppure sperare che prima o poi le correnti lo riportino a riva anche a km di distanza ma con più energie in corpo?

La criticità sono state le onde che ti sommergevano o la fatica a nuotare?

Se questo post deve essere realmente utile, dobbiamo uscire con la miglior tattica di applicare, nelle stesse condizioni, semmai dovesse ricapitare a qualcuno di noi.

Chi ha la risposta?

Un giubbetto che puoi gonfiare/sgonfiare a seconda della situazione (mi riferisco al commenti di gabri)?
Ti porti dietro sempre un telefono impermeabile e invece di nuotare ti lasci andare alla deriva e chiami i soccorsi?
E se non hai dietro un telefono, ti lasci comunque andare sapendo di aver più probabiltà di sopravvivenza se eviti di sfiancarti a tornare indietro?

Che si fa? : think :
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da Gino82 »

Partento dall'assunto che il kitesurf è uno sport pericoloso, secondo me IL GIUBBETTO E' VITALE.
In caso di incidente o stanchezza, ti sostiene senza che tu faccia quasi nulla.
E' una dotazione di sicurezza.

E il caschetto (che io non metto mai, ma che ho scritto nella letterina quest'anno).

Altrimenti non vedo perchè siano obbligatori.

Credo che altri dispositivi siano oltre modo scomodi/ingombranti, quindi pericolosi perchè fonte di impiccio.

Bisogno saper dire di no.
E se hai detto si e ti dice male, fare come Fabnik è la cosa giusta.

Non credo ci sia una ricetta universale nè per posizionare la propria asticella, nè per risolvere situazioni difficili che sono sempre leggermente diverse una dall'altra.
A volte è il nodo alla pancia che ti dice di no.
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maddy
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da maddy »

Ci sono già tutte le risposte

La vogliamo capire o no ?

Ci sono già tutte le disgrazie

Fab .. a che conclusione sei arrivato dopo questa esperienza

Forse aiuta

Prima di fare un sorpasso in macchina cosa pensate ?

Qualcuno ha mai cambiato i suoi criteri di valutazione ?

La pancia fa già i suoi danni in politica ma lì ti giochi qualcosa in meno
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da 00gabri00 »

Vado di nuovo controcorrente e ribadisco che il problema sta a monte, se prendo il caso simil Fabnik nelle onde.

Quando sei nei casini è troppo tardi e se ci arrivi , A MONTE , avresti dovuto ponderare e in caso non uscire. Vento che gira , rinforzo , vela compagno in testa , scie chimiche...linea che si spezza. La sfiga si può poi sempre aggiungere anche se hai pensato e valutato. Ovvio. Ma devi poter uscirne senza aiuti esterni (se poi fi aiutano tanto meglio )
Ma se hai valutato bene in base alle tue condizioni fisiche un buon 80% dell'incidente lo eviti.
E aggiungo : contare solo sui materiali (giubotto e quant'altro) è sbagliato. Ma tanto sbagliato. Allenamento specifico e analisi criticità. Il kite purtroppo è uno sport troppo facile x certi versi. Elimina il raggiungimento di un obbiettivo con il sudore , il progressivo apprendimento e tutto quello che ne segue.
Come il feerider che scende il canalone con qualsiasi condizione di neve :"perché tanto l'ho fatto milioni di volte , tiene , ho airbag , avalung kit e Arva "...
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da Masaccio »

Premetto che mi ha molto impressionato la vicenda del Calambrone, e spero che il ragazzo si rimetta presto e al meglio.
Ringrazio anche io Fabnik per la condivisione, che è sempre utile.
Mi fa anche piacere che la discussione si sia un po' spostata, perché a mio avviso stava anche prendendo un piega sgradevole.

Mi piacerebbe anche capire meglio perché Gabri (che non conosco, ma del quale ho surfistica stima) ha quell'opinione sull'utilizzo del giubbetto. Capisco che magari lo vede dalla prospettiva del surf. Come del resto è anche vero che un kiter, senza più il kite, si trova in condizioni simili a quelle del surfista.

Lo chiedo perché io, che il giubbotto lo uso saltuariamente, di recente ho maturato la consapevolezza che devo usarlo più spesso. Diciamo sempre con onda formata e per giri freeride HF.

Sabato scorso sono uscito a Ostia in condizioni credo simili a quelle raccontate da Fabnik: 25 nodi, mare incrociato a riva, onde disordinate e schiumoni per alcune centinaia di metri, e più al largo una fascia in cui si formavano onde belle grandi, lisce e surfabili.
Per disorganizzazione personale, non avevo giubbetto e casco (lasciati a Sabaudia).
In realtà non avevo nemmeno la tavola (in riparazione), ma quella ero d'accordo per prenderla in prestito da Alessio. Mentre montavo Alessio mi ha anche offerto il giubbetto, visto che lui si stava attardando e non era nemmeno sicuro di uscire per il riacutizzarsi di un problemino fisico. Ma io ho fatto i complimenti declinando. Per inciso, non ho leash alla tavola.

Insomma, mi faccio una bella uscita cercando di mantenermi dove le onde erano più grosse e belle (purtroppo piuttosto al largo). Ad un certo punto calcolo male e vengo mangiato da una di queste.
Mi faccio frullare, e rimango concentrato sul sentire l'aquilone e cercare di mantenerlo allo zenit.
Passa il tempo e sono ancora sotto... probabilmente sotto la schiuma.
Passano altri secondi e comincio ad avere fame d'aria. Diciamo che sono al 50% dell'apnea.
Apro gli occhi, sperando di vedere schiuma bianca, invece vedo ancora abbastanza marrone...
Comincio anche ad allarmarmi perché immagino che non manchi molto all'arrivo dell'onda successiva.
Alla fine metto fuori la testa, mi giro di scatto e vedo che ho 2 o 3 secondi prima dell'arrivo della prossima franata di schiuma.

Curiosamente la situazione mi fa ricordare quando al corso di apnea allenavamo l'ipercapnia, effettuando delle ripetute con vasche sott'acqua a ritmo sostenuto, con partenze ogni tot secondi. Quindi con pochissimo tempo per ventilare. Per cui cerco di fare due o tre respiri veloci e fatti bene e mi dispongo alla frullata.
Nel frattempo penso che il gioco è a perdere. Troppo poco il tempo per respirare in confronto a quello passato sott'acqua. Comincio a pensare di non poter reggere che per un paio di onde.

Per fortuna questa dura meno. Ma comunque sono in affanno. Devo togliermi da quella zona.
Faccio 4 o 5 loop di cattiveria, che mi portano stile superman in una zona in cui le onde sono più normali e le schiume durano il giusto.

Insomma, questa banale esperienza mi ha fatto capire che avevo rischiato troppo.
E che il giubbotto dovevo averlo.
Per quello mi incuriosisce l'opinione diversa di Gabri.

Per rispondere a max e kiteman: credo che la questione, in queste condizioni come in quelle del racconto di Fabnik, non sia tanto il nuotare, quanto il fatto che si perdono le forze perché, anche solo per galleggiare, si perdono energie più di quante se ne recuperino.
E' capitato anche a me di "nuotare" per più di un'ora, ma senza fretta, trascinando l'aquilone, con poco mare, appoggiato alla tavola e con muta invernale.
Avrei potuto anche andare avanti per altre due ore.

In quest'altra situazione invece non avrei resistito per altre due onde.

In ogni caso, credo in linea con maddy, penso che l'allenamento e le dotazioni aiutano, ma semplicemente in molte situazioni il mare è più forte e non ti puoi difendere più di tanto.
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da kiteman »

A MONTE , avresti dovuto ponderare e in caso non uscire.
Gabri è tutto giusto in teoria ma è anche troppo facile dirlo dopo.
E come fa un comune mortale prima di una uscita a valutare tutte le possibili opzioni (ciò che può accedere) e anche valutare e quantificare se per ogni opzione sfigata ha le energie e le capacità fisiche per gestirle senza arrivare alla frutta?

Nel momento in cui ti capita la sfiga (e oramai è troppo tardi) devi prendere la decisione giusta.
Se sai già qual'è la decisione giusta da prendere in certi frangenti, magari si che fa la differenza tra salvarsi o lasciarci le penne.

Sci alpinismo (che non pratico): una volta valutato che una escuseione si può fare, mi porto dietro comunque pala, sonda e arva e se dovesse capitare (a me o ad altri) la sfiga di rimanere sotto o dover cercare qualcuno che è sotto, devo CONOSCERE le procedure con maggior probabilità di successo.

Voglio dire che a posteriore è facile dire "non doveva uscire, ha mal valutato la situazione", ma purtroppo non serve a niente.
Invece ragionare su ciò che è meglio fare in certe situazioni può essere di aiuto nel momento in cui una certa cosa ti capita.

E se vai in acqua con un kite.. ti può capitare, e già lo sai (quoto maddy).

Sul fatto di non usare il giubbotto.. boh.. mi sembra prendersi un rischio in più.
Se sei morto di fatica.. come stai su a galla per quantomeno tenere fuori la testa e respirare?

Mi associo alla domanda del Masaccio (che intanto scriveva) posta a gabri.
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da onlybigwaveforme »

Masaccio ha scritto:Premetto che mi ha molto impressionato la vicenda del Calambrone, e spero che il ragazzo si rimetta presto e al meglio.
Ringrazio anche io Fabnik per la condivisione, che è sempre utile.
Mi fa anche piacere che la discussione si sia un po' spostata, perché a mio avviso stava anche prendendo un piega sgradevole.

Mi piacerebbe anche capire meglio perché Gabri (che non conosco, ma del quale ho surfistica stima) ha quell'opinione sull'utilizzo del giubbetto. Capisco che magari lo vede dalla prospettiva del surf. Come del resto è anche vero che un kiter, senza più il kite, si trova in condizioni simili a quelle del surfista.

Lo chiedo perché io, che il giubbotto lo uso saltuariamente, di recente ho maturato la consapevolezza che devo usarlo più spesso. Diciamo sempre con onda formata e per giri freeride HF.

Sabato scorso sono uscito a Ostia in condizioni credo simili a quelle raccontate da Fabnik: 25 nodi, mare incrociato a riva, onde disordinate e schiumoni per alcune centinaia di metri, e più al largo una fascia in cui si formavano onde belle grandi, lisce e surfabili.
Per disorganizzazione personale, non avevo giubbetto e casco (lasciati a Sabaudia).
In realtà non avevo nemmeno la tavola (in riparazione), ma quella ero d'accordo per prenderla in prestito da Alessio. Mentre montavo Alessio mi ha anche offerto il giubbetto, visto che lui si stava attardando e non era nemmeno sicuro di uscire per il riacutizzarsi di un problemino fisico. Ma io ho fatto i complimenti declinando. Per inciso, non ho leash alla tavola.

Insomma, mi faccio una bella uscita cercando di mantenermi dove le onde erano più grosse e belle (purtroppo piuttosto al largo). Ad un certo punto calcolo male e vengo mangiato da una di queste.
Mi faccio frullare, e rimango concentrato sul sentire l'aquilone e cercare di mantenerlo allo zenit.
Passa il tempo e sono ancora sotto... probabilmente sotto la schiuma.
Passano altri secondi e comincio ad avere fame d'aria. Diciamo che sono al 50% dell'apnea.
Apro gli occhi, sperando di vedere schiuma bianca, invece vedo ancora abbastanza marrone...
Comincio anche ad allarmarmi perché immagino che non manchi molto all'arrivo dell'onda successiva.
Alla fine metto fuori la testa, mi giro di scatto e vedo che ho 2 o 3 secondi prima dell'arrivo della prossima franata di schiuma.

Curiosamente la situazione mi fa ricordare quando al corso di apnea allenavamo l'ipercapnia, effettuando delle ripetute con vasche sott'acqua a ritmo sostenuto, con partenze ogni tot secondi. Quindi con pochissimo tempo per ventilare. Per cui cerco di fare due o tre respiri veloci e fatti bene e mi dispongo alla frullata.
Nel frattempo penso che il gioco è a perdere. Troppo poco il tempo per respirare in confronto a quello passato sott'acqua. Comincio a pensare di non poter reggere che per un paio di onde.

Per fortuna questa dura meno. Ma comunque sono in affanno. Devo togliermi da quella zona.
Faccio 4 o 5 loop di cattiveria, che mi portano stile superman in una zona in cui le onde sono più normali e le schiume durano il giusto.

Insomma, questa banale esperienza mi ha fatto capire che avevo rischiato troppo.
E che il giubbotto dovevo averlo.
Per quello mi incuriosisce l'opinione diversa di Gabri.

Per rispondere a max e kiteman: credo che la questione, in queste condizioni come in quelle del racconto di Fabnik, non sia tanto il nuotare, quanto il fatto che si perdono le forze perché, anche solo per galleggiare, si perdono energie più di quante se ne recuperino.
E' capitato anche a me di "nuotare" per più di un'ora, ma senza fretta, trascinando l'aquilone, con poco mare, appoggiato alla tavola e con muta invernale.
Avrei potuto anche andare avanti per altre due ore.

In quest'altra situazione invece non avrei resistito per altre due onde.

In ogni caso, credo in linea con maddy, penso che l'allenamento e le dotazioni aiutano, ma semplicemente in molte situazioni il mare è più forte e non ti puoi difendere più di tanto.
Sicuramente vado contro tendenza e contro quello che dovrebbe essere un obbligo imposto, ma io il giubbetto non lo metto mai......se mi succede qualcosa in mare voglio avere la padronanza di nuotare dove dico io, come dico io e soprattutto la possibilità di immergermi davanti ad un onda piuttosto che far si che mi si franga addosso......su questa scelta ci sono i pro (sopra elencati) e i contro che non sto nemmeno ad elencare per quanto sono lampanti.....la convinzione di cui sopra è maturata dopo una sventura con vento side....il giubbetto è ancora in acqua che galleggia e io sono a riva ormai da un pezzo....il casco lo metto invece sempre anche se a dirla tutta anche questo ha dei contro.....
Poi ognuno fa un pò come gli pare, l'importante è che non succeda nulla
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da pfvas »

[quote="onlybigwaveforme
e i contro che non sto nemmeno ad elencare per quanto sono lampanti[/quote]
Ti giuro non è per far polemica ma me lo fai questo elenco perché io non ne vedo poi così tanti e comunque molti meno dei pro dal mio punto di vista
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da grandeand »

se lo scopo e immeggersi prima di essere travolti da un'onda, il giubetto non ti aiuta, come i surfisti che non lo usano.
ma l'impact è un aiuto al galleggiamento, e a me che sono cento kili mi sorregge veramente poco considerando anche la muta.
noi facciamo kite ed è difficile infilarsi sott'acqua quando si è ancora attaccati ad un acquilone.
personalmente quando vengo investito da un'onda, tiro la barra e muovo sempre il kite. questo mi permette di rimanere quasi a galla.
passato l'onda cerco subito la tavola; se non la trovo prima che arriva la seconda onda muovo la vela e faccio kite loop per spostarmi dalla zona dove l'onda ha troppa forza.

anche io sabato ho giocato un bel jolly.

eravamo a Piombino ,perelli 2, con pave, silvia, matt, e altri due kiter.
previsioni molto toste, con vento sud est side on da sinistra da 30 e raffiche da più di 40 nodi e un ondina onshore di circa 3 metri abbondanti.
sottovento a destra circa a 150 metri un pontile,la foce di un fiume, in sassi lungo circa 100 metri.
Proprio quel pontile è stato per me la paura più grande perchè era troppo vivino e sopratutto non sapevo cosa ci fosse dopo dato che non conoscevo il posto!
Pave con la 7 strapieno, Silvia con la 6 e tt, matt con 4 e surfino, giovanni 6 e tt,un local 6 e surfino, io con 6 rebel 5 cavi e surfino strapless.
dopo un momento di assestamento a quelle condizioni, stavo iniziando a divertirmi prendendo qualche bella onda e le più belle erano proprio davanti a quel pontile.
dopo un'ora di divertimento la sorpresa!!! : censored :
navigo mure a sinistra a circa 300 metri dalla riva, e 200 metri dal pontile; strambo e sulle nuove mura passo dal toeside al regular.
inizio a planare e "SBAM", si rompe la 5 linea del rebel.
alzo gli occhi e capisco subito, ma arriva la prima onda.
fortunatamente il kite ha mantenuto il suo profilo,anche se era molto più chiuso quasi a C ma era durissimo di barra e di difficile manovrabilità però tenendolo allo zenit riusciva a tenermi bene quando arrivavano le onde.
lo sposto verso la mia destra, verso il vento perchè li era la spiaggia da dove ero partito, ma non riuscivo a guadagnare acqua e guardando a riva ho visto che è in direzione del pontile.
maledetto pontile e quello che dicevo dalla mattina!
fortunatamente sposto il kite a sinistra e li riesco pian pianino ad allontanarmi dal pontile e da una piattaforma in ferro che era sottovento al molo.
le onde arrivavano ma non erano molto cattive e con il kite riuscivo a non andare giù.
arrivato vicino la riva, riuscivo gia a toccare il fondo con i piedi, butto l'ala in acqua e allo stesso tempo sgancio il chiken loop e il leash.
tengo la vela solamente dal leash e pian pianino sia io che la vela veniamo portati a riva dalle onde.
fortunatamente c'era una spiaggia strettissima, ma che miha permesso di recuperare il tutto e tornare a piedi al punto di partenza.

cosa ho imparato?
Controllare sempre lo stato del materiale che si sta usando, informarsi bene sullo spot sopratutto se non riesci a vedere cosa c'è dopo uno ostacolo, e che la sfiga ci vede benissimo!!! : Hurted :
maledizione!!! : Andry : : Andry :
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da onlybigwaveforme »

pfvas ha scritto:[quote="onlybigwaveforme
e i contro che non sto nemmeno ad elencare per quanto sono lampanti
Ti giuro non è per far polemica ma me lo fai questo elenco perché io non ne vedo poi così tanti e comunque molti meno dei pro dal mio punto di vista[/quote]

Che se ti becchi una tavolata in testa o per qualsiasi motivo perdi i sensi, sei bello che annegato senza se e senza ma.......e comunque abbiamo lo stesso punto di vista, altrimenti lo metterei....
Ultima modifica di onlybigwaveforme il 26/11/2019, 15:44, modificato 1 volta in totale.
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da onlybigwaveforme »

grandeand ha scritto:se lo scopo e immeggersi prima di essere travolti da un'onda, il giubetto non ti aiuta, come i surfisti che non lo usano.
ma l'impact è un aiuto al galleggiamento, e a me che sono cento kili mi sorregge veramente poco considerando anche la muta.
noi facciamo kite ed è difficile infilarsi sott'acqua quando si è ancora attaccati ad un acquilone.
personalmente quando vengo investito da un'onda, tiro la barra e muovo sempre il kite. questo mi permette di rimanere quasi a galla.
passato l'onda cerco subito la tavola; se non la trovo prima che arriva la seconda onda muovo la vela e faccio kite loop per spostarmi dalla zona dove l'onda ha troppa forza.

anche io sabato ho giocato un bel jolly.

eravamo a Piombino ,perelli 2, con pave, silvia, matt, e altri due kiter.
previsioni molto toste, con vento sud est side on da sinistra da 30 e raffiche da più di 40 nodi e un ondina onshore di circa 3 metri abbondanti.
sottovento a destra circa a 150 metri un pontile,la foce di un fiume, in sassi lungo circa 100 metri.
Proprio quel pontile è stato per me la paura più grande perchè era troppo vivino e sopratutto non sapevo cosa ci fosse dopo dato che non conoscevo il posto!
Pave con la 7 strapieno, Silvia con la 6 e tt, matt con 4 e surfino, giovanni 6 e tt,un local 6 e surfino, io con 6 rebel 5 cavi e surfino strapless.
dopo un momento di assestamento a quelle condizioni, stavo iniziando a divertirmi prendendo qualche bella onda e le più belle erano proprio davanti a quel pontile.
dopo un'ora di divertimento la sorpresa!!! : censored :
navigo mure a sinistra a circa 300 metri dalla riva, e 200 metri dal pontile; strambo e sulle nuove mura passo dal toeside al regular.
inizio a planare e "SBAM", si rompe la 5 linea del rebel.
alzo gli occhi e capisco subito, ma arriva la prima onda.
fortunatamente il kite ha mantenuto il suo profilo,anche se era molto più chiuso quasi a C ma era durissimo di barra e di difficile manovrabilità però tenendolo allo zenit riusciva a tenermi bene quando arrivavano le onde.
lo sposto verso la mia destra, verso il vento perchè li era la spiaggia da dove ero partito, ma non riuscivo a guadagnare acqua e guardando a riva ho visto che è in direzione del pontile.
maledetto pontile e quello che dicevo dalla mattina!
fortunatamente sposto il kite a sinistra e li riesco pian pianino ad allontanarmi dal pontile e da una piattaforma in ferro che era sottovento al molo.
le onde arrivavano ma non erano molto cattive e con il kite riuscivo a non andare giù.
arrivato vicino la riva, riuscivo gia a toccare il fondo con i piedi, butto l'ala in acqua e allo stesso tempo sgancio il chiken loop e il leash.
tengo la vela solamente dal leash e pian pianino sia io che la vela veniamo portati a riva dalle onde.
fortunatamente c'era una spiaggia strettissima, ma che miha permesso di recuperare il tutto e tornare a piedi al punto di partenza.

cosa ho imparato?
Controllare sempre lo stato del materiale che si sta usando, informarsi bene sullo spot sopratutto se non riesci a vedere cosa c'è dopo uno ostacolo, e che la sfiga ci vede benissimo!!! : Hurted :
maledizione!!! : Andry : : Andry :

Fin quando il kite è allo zenith o comunque in aria e in controllo, non la considero una condizione pericolosa......e comunque il discorso dell'immergersi era riferito ovviamente alla condizione in cui ci si è liberati dall'ala......chiaro che se sono ancora agganciato con kite in aria, non mi immergo da nessuna pare ne senza giubbetto ne men che meno senza
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da Masaccio »

pfvas ha scritto:
onlybigwaveforme ha scritto: e i contro che non sto nemmeno ad elencare per quanto sono lampanti
Ti giuro non è per far polemica ma me lo fai questo elenco perché io non ne vedo poi così tanti e comunque molti meno dei pro dal mio punto di vista
Pier, mi sa che hai interpretato male.
Nel pensiero di obwfm, i "contro" sarebbero "i contro del non indossarlo" (vale a dire "i pro dell'indossarlo"), e vice versa
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da 00gabri00 »

Mi spiace forse aver scritto una cosa del genere. Contraddittoria. Che forse nn va alla fine scritta x nn dare cattivo esempio ? Ne son consapevole. Forse da splittare in altra discussione?
.
Michi, non lo si dice dopo. Lo si deve cercar di capire prima a mio parere . Chi farà parapendio forse lo può spiegare bene , visto che in quel campo spesso nn si può scherzare. Le condizioni le puoi interpretare con buon margine. Poi come ho gia detto ,la certezza non ce lhai mai.
Su praticamente OGNI incidente c'è un errore di valutazione. Errore valutazione misto a sfortuna , in certi casi.

alzo una 5m in 35 nodi , mare over 1 metro molto formato (1 metro vero , con set molto ravvicinati basta e avanza purtroppo ) peggio se con scogli sottovento ecc... bene. Prendo coscienza della condizione e dovrei sapere a cosa vado incontro fisicamente in un wipeout. Visto che le centrifughe arrivano anche ai professionisti. Ma il problema personalmente che noto , è che ormai è la norma alzare un ala con "pilota automatico " contando sul materiale e il fatto che con il kite , se sfrutti il momento buono , con due downloop puoi ritrovarti velocemente oltre la lineup. È facile. È facile uscire in kite in generale rispetto a altri mezzi . Non nascondiamoci. Altrimenti saremmo tutti ancora al Windsurfer 1980 .


Il punto , parlando di una qualsiasi uscita wave , è cercare di nn essere frullati dall'onda in malo modo e mettersi nei casini . E sembra contradditorio , ma più fai duck dive profonda , buttandosi il più possibile giù, più risalirai veloce e nn verrai trascinato e frullato .
Ovvio che ciò nel kite , avviene quando hai già casini e ti sei svincolato (anche se fino a 0.5 m nn troppo potente io la sto iniziando a fare anche con l'ala in aria. Esperimenti )

Discorso salvagente :
Provate a mettervi un vero salvagente che sostiene (no impact vest ). E entrate con soli 0.5 m ravvicinati .Impossibile nuotare , in balia degli elementi e a ogni set venite frullati senza pietà. A questo aggiungi il fatto che , se nn abituati , inizierete a andare su diversi livelli di panico. Ecco. Forma fisica , abitudine a certe condizioni, allenamento e scelta del rischio ti dovrebbero far stare "tranquillo" anche senza salvagente. E se mai , sapendo di nn averlo , andare lontani ben prima del limite massimo delle proprie forze x riuscire a tornare a riva.

Personalmente negli ultimi due anni , avvicinato al surf da onda, più parlo con quello bravi , più capisco che il vero allenamento è stare in acqua , prendere gradualmente onde in testa , avere una capacità di reagire al wipeout positiva, fiato esercizi mirati a secco e buona ottima condizione fisica . e il tutto va davvero ponderato gradualmente. Non ci si può inventare dei Kelly Slater in quel campo per fortuna. Il fisico cede sicuramente prima . E in condizioni più toste , se non sei all'altezza, lo scopri velocemente.
Detto questo , le duck dive , anche senza tavole bisogna saperle fare. E vi assicuro che 1.5 metri veri dovrebbero far spaventare un buon 80 % dei surfisti . È tanta roba. Spesso leggo di uscite con altezze d'onda improponibili. A patto che i metri dichiarati siano davvero reali , ovvio che ci puoi uscire . Nessuno te lo vieta. Ma la domanda da farsi prima di uscire : se mi mangia , riuscirò a gestire il wipeout ?
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da kiteman »

ok grabri, capito meglio ora, grazie per il chiarimento : Wink :
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Re: Prime perturbazioni e primi incidenti

Messaggio da maddy »

Nota

Si esagerava anche con il windsurfer

Il resto quotato
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http://chng.it/5nJ6GQ8Rnd
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