C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
- Gino82
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C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
Leggete un po' qui
https://www.ilgiunco.net/2017/07/08/ecc ... di-lavoro/
Dato che si parla del mio lavoro, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate
Poi, oh, la serra è a Grosseto...che glielo mando il CV?
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- luca8981
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
Vai gino la maremma e' bellissima e sei a 2 passi dal top spot toscano...
- Carlito
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
farai ogni giorno kite come i tarpons
- Gino82
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
Siete degli (stupendi) istigatori al fannullismo
Ma del progetto in sè e del tipo di coltivazione, che ne pensate?
La domanda era posta male
- Carlito
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
Beh, il progetto sembra gran cosa, ma personalmente non sono convinto sull'idroponico, nel senso che non so se poi le piante hanno tutti i micronutrienti necessari per una corretta alimentazione.
- volagil
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
sono d accordo con carlito , l idroponica porta a velocità e quantitativi maggiori ma il prodotto finale non ha le stesse qualità che si ottengonoCarlito ha scritto:Beh, il progetto sembra gran cosa, ma personalmente non sono convinto sull'idroponico, nel senso che non so se poi le piante hanno tutti i micronutrienti necessari per una corretta alimentazione.
in terra ...
comunque secondo me funzionerà , perchè ormai la gente comune guarda solo l aspetto visivo delle cose , che sarà sicuramente migliore ...
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
...ancora preferisco i pomodori del mio orto... :PGino82 ha scritto:
Siete degli (stupendi) istigatori al fannullismo
Ma del progetto in sè e del tipo di coltivazione, che ne pensate?
La domanda era posta male
Il procedimento produttivo di questo tipo di coltivazioni e' finalizzato unicamente ad un abbattimento del costo a scapito della qualita' intrinseca dell ortaggio. Visto che in italia, a causa della demenza senile,di chi ha stabilito le quote alimentari al parlamento europeo, siamo costretti ad IMPORTARE derrate alimentari da altri paesi UE, o addirittura da altri nazioni mondiali. Questo comporta che la produzione nazionale a volte venga DISTRUTTA per non incorrere a sanzioni ue. Mi chiedo il senso di aumentare la produttivita di determinati ortaggi o frutti...quando poi a fine raccolto ci passano sopra con la ruspa..vuoi per limitarne la distribuzione..vuoi x calmierare il prezzo finale alla vendita sui banchi della g.d.o.
E' tutta una questione di soldi, contributi ue...etc etc etc.
Esempi ne posso riportare diversi...dal latte pagato al contadino 30/35 cent litro...e rivenduto mediamente a 1,20 €, il surplus quote lattee scaricato nei campi x nn incorrere a sanzioni.
Nn conosco nello specifico il prezzo di vendita diretta di un chilogarmmo di pomodori...ma altro esempio sono le coltivazioni di girasoli..soia e alle volte granoturco.Nei primi due casi la stragrande maggioranza viene arata senza raccoglierla a fine stagione...il tutto perche si guadagna di piu con l'incentivo di semina che la vendita del raccolto.
Questo porta solo a far girare soldi...nn alimenti di qualita'.
.....poi scopri che le piu grandi aziende di produzione pasta, importano grano dalla cina o altri paesi...dove nn e' controllato...pieno di glutine perche hanno modificato geneticamente i semi....e mi girano i coglions....
Domandatevi perche in questi ultimi dieci anni c e stata una escalation di intolleranze alimentari...
"no es cuestión de tecnica....es cuestión de cojones"
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
chi può , scappi d italia perchè siamo un popolo di merda che non ha i cogl..ni di mettersi d accordo per un rivoluzione ..ne hanno combinate e continuano a combinarne sempre peggio , ma siamo solo in grado di dire che schifo senza far nulla..se abitassi a roma sarei già in galera....
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
come senza far nulla,
quello che siamo lo abbiamo fatto noi
votando e rivotando e si va avanti così
siamo quello che siamo
la scelta è .. italia si italia no
e anche se te ne vai occhio a dove vai
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
Grazie per le vostre opinioni
Quello che posso dire da "dentro" è:
- sono stati fatti diversi studi, comparando i diversi parametri nutrizionali di pomodori coltivati in terra e fuori suolo (sali minerali, vitamine, zuccheri, acidi,...ecc...)
Il risultato di tali prove è che i valori sono identici/leggermente a favore della coltivazione fuori suolo.
Il motivo credo risieda nel funzionamento più efficiente del sistema pianta/substrato/ambiente in una struttura volta a ottimizzare l'efficienza della fotosintesi e l'assimilazione di acqua+elementi nutritivi.
- il motivo per cui nascono sempre più strutture high-tech per la coltivazione fuori suolo risiede, come dice bene volagil, proprio nella richiesta della GDO di "perfezione estetica" e continuità di fornitura di un prodotto omogeneo a cui il consumatore finale è abituato.
Posso aggiungere però che, se all'inizio del cambiamento si coltivava per la quantità, oggi è diverso. La GDO richiede estetica, gusto, valori zuccherini elevati, durata della merce nel tempo, minimi resudui di fitofarmaci,...insomma, il prodotto che trovate sui banchi è generalmente MOLTO MOLTO MOLTO controllato.
- l'ambiente climatico ben controllato e semi-chiuso permette un minor numero di trattamenti fungicidi, l'impiego di insetti utili per la lotta integrata, l'assenza totale di erbicidi... e conseguentemente un prodotto finale più sicuro per il consumatore.
La possibilità di dosare con precisione acqua e concimi permette un fortissimo abbattimento degli stessi.
Inoltre una certa parte del personale riesce ad avere il lavoro per più mesi all'anno rispetto a strutture tradizionali (1/3 del personale lavora 12 mesi, 1/3 9 mesi, 1/3 6 mesi...grosso modo).
Per contro la struttura ha un certo impatto costruttivo (acciaio, alluminio, vetro, materiale di coltura usa e getta, ecc...), maggior impatto ambientale dovuto al riscaldamento (poi dipende dalla fonte energetica utilizzata, ma in genere è gasolio, GPL o metano).
- dare finanziamenti pubblici per un investimento di questo tipo?
Argomento delicato...
Sono molto scettico.
L'impostazione aziendale ricalca più o meno quella di un'impresa del settore secondario.
Io i soldi pubblici li destinerei per realtà piccole, con minore economia di scala (quindi meno margini per l'imprenditore) e magari iniziate da giovani.
Sennò perchè non finanziare tutte le medie imprese di ogni settore!
- i pomodori coltivati fuori suolo sono più buoni di quelli raccolti in terra?
Non sempre. Dipende dai gusti personali (servirebbe una bella comparativa reale a tavola ).
Io sono viziato e li mangio dalla pianta
C'è chi li ha assaggiati e si è ricreduto.
Chi mi ha detto che li ha provati e mai più.
Chi ne fa una questione di principio ("la verdura si coltiva in terra e basta!").
- quanto sono pagati questi ortaggi dalla GDO al coltivatore?
Sempre meno e per alcuni non più abbastanza.
Il margine si assottiglia sempre di più, anche se sui banchi la verdura non costa meno.
Mi farebbe piacere ricevere obiezioni e critiche alla mia analisi.
Mi interessa capire come siamo visti dal consumatore
Quello che posso dire da "dentro" è:
- sono stati fatti diversi studi, comparando i diversi parametri nutrizionali di pomodori coltivati in terra e fuori suolo (sali minerali, vitamine, zuccheri, acidi,...ecc...)
Il risultato di tali prove è che i valori sono identici/leggermente a favore della coltivazione fuori suolo.
Il motivo credo risieda nel funzionamento più efficiente del sistema pianta/substrato/ambiente in una struttura volta a ottimizzare l'efficienza della fotosintesi e l'assimilazione di acqua+elementi nutritivi.
- il motivo per cui nascono sempre più strutture high-tech per la coltivazione fuori suolo risiede, come dice bene volagil, proprio nella richiesta della GDO di "perfezione estetica" e continuità di fornitura di un prodotto omogeneo a cui il consumatore finale è abituato.
Posso aggiungere però che, se all'inizio del cambiamento si coltivava per la quantità, oggi è diverso. La GDO richiede estetica, gusto, valori zuccherini elevati, durata della merce nel tempo, minimi resudui di fitofarmaci,...insomma, il prodotto che trovate sui banchi è generalmente MOLTO MOLTO MOLTO controllato.
- l'ambiente climatico ben controllato e semi-chiuso permette un minor numero di trattamenti fungicidi, l'impiego di insetti utili per la lotta integrata, l'assenza totale di erbicidi... e conseguentemente un prodotto finale più sicuro per il consumatore.
La possibilità di dosare con precisione acqua e concimi permette un fortissimo abbattimento degli stessi.
Inoltre una certa parte del personale riesce ad avere il lavoro per più mesi all'anno rispetto a strutture tradizionali (1/3 del personale lavora 12 mesi, 1/3 9 mesi, 1/3 6 mesi...grosso modo).
Per contro la struttura ha un certo impatto costruttivo (acciaio, alluminio, vetro, materiale di coltura usa e getta, ecc...), maggior impatto ambientale dovuto al riscaldamento (poi dipende dalla fonte energetica utilizzata, ma in genere è gasolio, GPL o metano).
- dare finanziamenti pubblici per un investimento di questo tipo?
Argomento delicato...
Sono molto scettico.
L'impostazione aziendale ricalca più o meno quella di un'impresa del settore secondario.
Io i soldi pubblici li destinerei per realtà piccole, con minore economia di scala (quindi meno margini per l'imprenditore) e magari iniziate da giovani.
Sennò perchè non finanziare tutte le medie imprese di ogni settore!
- i pomodori coltivati fuori suolo sono più buoni di quelli raccolti in terra?
Non sempre. Dipende dai gusti personali (servirebbe una bella comparativa reale a tavola ).
Io sono viziato e li mangio dalla pianta
C'è chi li ha assaggiati e si è ricreduto.
Chi mi ha detto che li ha provati e mai più.
Chi ne fa una questione di principio ("la verdura si coltiva in terra e basta!").
- quanto sono pagati questi ortaggi dalla GDO al coltivatore?
Sempre meno e per alcuni non più abbastanza.
Il margine si assottiglia sempre di più, anche se sui banchi la verdura non costa meno.
Mi farebbe piacere ricevere obiezioni e critiche alla mia analisi.
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
Cavolo davvero discorsi antilumbiani, chi va in birella è buono solo per la barella? Ma.come si fa ad essere così ostinati ad andare con i tavoloni quando oggi si vola? credete di essere avanti perché andate in HF? Diventate matti per un cacchio di coso che "vola" ma senza volare devvero, che "surfa" ma senza surfare davvero, che è pretenzioso al punto di farsi passare per una rivoluzione del kitesurf ma in realtà kite non è manco per niente... e poi quando qualcuno prova a portare un po' di "futuro", innovazione, studi nuovi, vi tirate indietro preferendo la "moda vegia" criticando chi ci crede e ci spera davvero in un futuro moderno? Una zappa in mano vi darei... ci sono fior di studi universitari che allora non varrebbero un hydrocaz di niente? L'idroponico invece io lo vedo come una grande opportunità per un paese tutto sommato ancora latifondista e relegato alla tradizione. La tradizione è un bene solo serve ad evolversi, se serve a ricordarci da dove veniamo senza quindi deviare irrimediabilmente dallo scopo è dai noi stessi. Altro che hydroponico...altro che hydrofoil... se fosse per molti italiani rischieremmo di stare fermi ancora all'epoca della zappa e della flydoor..
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
il titolo non prevedeva domande a certi livelli
detto niente, e chennesò
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Re: C'è ancora chi crede nel lavoro in Italia!
Fuori suolo la vedo negativamente a prescindere.Gino82 ha scritto:Mi interessa capire come siamo visti dal consumatore
Per me è una sensazione culturale.
Chissà cosa poi cos'è realmente ciò che compro.
Però la tecnologia è interessante