La terza volta
Inviato: 18/03/2019, 10:09
Settembre e' tempo di buoni propositi.
Archiviate le vacanze, ho realizzato di non aver piu' voglia di fare millemila chilometri per il kite ed ho sposato la filosofia del km zero.
Ma km zero, nella magica E-R, vuol dire un estate di termici da deboli a debolissimi, in cui fare kite implica una sfida fatta di bordi sulle uova, naufragi, bestemmie e trucchi astuti.
Il trucco piu' astuto di tutti e' adottare l'hydrofoil, quell'ingombrante e pesante attrezzo da guerra fatto per mutilare i poveri adepti.
No, dai, l'idrocoso no. Hai gia' provato. Non sei adatto. Troppo complicato.
Oppure si ?
Ci ho pensato, tanto. E piu ci pensavo, piu' l'idea mi dispiaceva di meno.
Mi metto in caccia, parlo con tizio e con caio, mi faccio consigliare e trovo piantone e tavola. Sono pronto per partire. Cioe' sarei pronto, generale inverno permettendo.
Finalmente, ieri fa caldo. Vado al mare. Il programma e' ciampinare in giardino con un occhio all'anemometro di corsini.
Windy dice che dovrebbe termicare un pochino. Tutti gli altri siti no. Ma visto il caldo, sono ottimista.
Il cellulare vibra, 8-10 nodi di scirocco.
Sbatto la roba in macchina e in pochi minuti sono in spiaggia.
Mi cambio e monto il trespolo. Prevedo tutte le facciate che daro' e mi girano i cabazizi. Non ho molta voglia di tornare all'asilo del kite, ma tant'e.
Alzo il 18 e via in acqua.
Le prime partenze sono un disastro.
La teoria l'ho studiata, il peso mi sembra avanti ma impenno da paura, con relative cadute de panza.
Finisco anche dritto sul piantone, ma un poco il fatto che il north speedster ha i winglet piatti, un poco il fatto di essere corazzato come un cavaliere medioevale non mi faccio nulla.
Dopo diversi tentativi, uno piu' disastroso dell'altro, il vento cala. Il 18 sta su a malapena ed esco.
Sono decisamente scoraggiato. Sto meditando se mollare il colpo e tornare mesto a casa (e magari vendere tutto per la terza volta....) quando mi si avvicina uno dei "ragazzi" della vecchia guardia. Sono anni che lo vedo in spiaggia, ma per un motivo o per l'altro piu di ciao non ci siamo detti.
Ha voglia di chiaccherare e, capendo che sono agli inizi del trespolo, mi sostiene, spronandomi a proseguire. Non sono io impedito, mi dice. E' che col trespolo si ricomincia tutti da zero. E quindi insisti, si raccomanda, e soprattutto, peso in avanti.
Io ero quasi quasi per mollare, che poi sono le 5 passate e sta venendo freddo.
Ma mi dispiacerebbe deluderlo, eppoi col pubblico mi scatta la febbre da performance. Voglio riprovare. Inoltre, il vento e' risalito, ora il 18 non avra' problemi.
Torno in acqua col trespolo sulla spalla, sentendomi come brontolo che va a cercar gemme col piccone.
Riparto. PIedi nelle (mezze) strap, vela indietro, quando sento che tira piede posteriore a centro tavola, leggerissima picchiata e ... parto dislocando, un poco goffo ma abbastanza in controllo.
Il vento viene side on, quindi vado verso il largo. Faccio un paio di corse di questo tipo, tornando indietro in body perche' vorrei evitare di schiantare i winglets sul fondale basso. Mi appunto mentalmente di spostare avanti le straps anteriori.
Poi riparto.
Sono ancora una volta sulla tavola, piu' o meno padrone della situazione.
Arretro un pochino il posteriore e guarda, tocco solo la cima delle ondine. Sono sul piantone ? Non riesco a capire, e' tutto cosi stabile...
Allora arretro ancora un pochino il piede e SALGO.
Mi aspettavo un qualcosa di epico, tipo raggio di sole che fende la tempesta baciando l'eroe tra gli squilli delle trombe, ma invece la tavola si alza dolcemente, il coso e' tranquillo, se non vedessi il mare dall'alto penserei di planare normalmente.
Sono stabile, insomma, il trespolo fila dritto e tutto e' in equilibrio tantrico. Me la godo per 10 secondi o giu di li.
Poi mi colpisce un pensiero prosaico: e adesso ?
Sono talmente stupito di essere entrato in foiling che rimango come paralizzato per qualche momento. Poi realizzo che sono molto in alto, che continuo ad accellerare e che se delfino in velocita' probabilmente moriro' lasciando orfani i miei figli e vedova mia moglie, la quale finira' senz'altro preda di qualche belloccio col sorriso malandrino, gli addominali e 30 anni meno di me.
All'idea del belloccio e dei suoi maledetti addominali mi riscuoto e agisco.
Avrei dovuto fare cose sagge, tipo piegarmi in avanti per spostare il peso a prua e scendere, oppure ancora alzare la vela allo zenith per rallentare. Ma io sono un fantasista nato, e quindi decido di invertire la vela per saltare via e abbandonare il coso al suo destino.
Mi produco in una pendolata cosmica, con l'aqui che sfinestra in acqua e il piantone che, ormai a distanza, si mette a correre sottovento come se avesse un motorino elettrico.
E naturalmente, sono a parecchi cento metri dalla spiaggia, non tocco e tutto intabarrato come sono ho la capacita natatoria di una vecchia foca.
Ne e' seguita un'ora buona di delirio, all'esito della quale il coso, io e il 18 ci siamo reciprocamente tratti a salvamento.
Ora il 18 e' fradicio e pesa almeno 90/100 kg, il coso dorme felice nella sua custodia e io sono nuovamente tornato sotto la confortevole protezione di un completo grigio, stile "sono un serio professionista urbano di mezza eta'".
Ma confesso che, quel poco che ho fatto mi e' piaciuto, e stavolta proseguiro'.
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Archiviate le vacanze, ho realizzato di non aver piu' voglia di fare millemila chilometri per il kite ed ho sposato la filosofia del km zero.
Ma km zero, nella magica E-R, vuol dire un estate di termici da deboli a debolissimi, in cui fare kite implica una sfida fatta di bordi sulle uova, naufragi, bestemmie e trucchi astuti.
Il trucco piu' astuto di tutti e' adottare l'hydrofoil, quell'ingombrante e pesante attrezzo da guerra fatto per mutilare i poveri adepti.
No, dai, l'idrocoso no. Hai gia' provato. Non sei adatto. Troppo complicato.
Oppure si ?
Ci ho pensato, tanto. E piu ci pensavo, piu' l'idea mi dispiaceva di meno.
Mi metto in caccia, parlo con tizio e con caio, mi faccio consigliare e trovo piantone e tavola. Sono pronto per partire. Cioe' sarei pronto, generale inverno permettendo.
Finalmente, ieri fa caldo. Vado al mare. Il programma e' ciampinare in giardino con un occhio all'anemometro di corsini.
Windy dice che dovrebbe termicare un pochino. Tutti gli altri siti no. Ma visto il caldo, sono ottimista.
Il cellulare vibra, 8-10 nodi di scirocco.
Sbatto la roba in macchina e in pochi minuti sono in spiaggia.
Mi cambio e monto il trespolo. Prevedo tutte le facciate che daro' e mi girano i cabazizi. Non ho molta voglia di tornare all'asilo del kite, ma tant'e.
Alzo il 18 e via in acqua.
Le prime partenze sono un disastro.
La teoria l'ho studiata, il peso mi sembra avanti ma impenno da paura, con relative cadute de panza.
Finisco anche dritto sul piantone, ma un poco il fatto che il north speedster ha i winglet piatti, un poco il fatto di essere corazzato come un cavaliere medioevale non mi faccio nulla.
Dopo diversi tentativi, uno piu' disastroso dell'altro, il vento cala. Il 18 sta su a malapena ed esco.
Sono decisamente scoraggiato. Sto meditando se mollare il colpo e tornare mesto a casa (e magari vendere tutto per la terza volta....) quando mi si avvicina uno dei "ragazzi" della vecchia guardia. Sono anni che lo vedo in spiaggia, ma per un motivo o per l'altro piu di ciao non ci siamo detti.
Ha voglia di chiaccherare e, capendo che sono agli inizi del trespolo, mi sostiene, spronandomi a proseguire. Non sono io impedito, mi dice. E' che col trespolo si ricomincia tutti da zero. E quindi insisti, si raccomanda, e soprattutto, peso in avanti.
Io ero quasi quasi per mollare, che poi sono le 5 passate e sta venendo freddo.
Ma mi dispiacerebbe deluderlo, eppoi col pubblico mi scatta la febbre da performance. Voglio riprovare. Inoltre, il vento e' risalito, ora il 18 non avra' problemi.
Torno in acqua col trespolo sulla spalla, sentendomi come brontolo che va a cercar gemme col piccone.
Riparto. PIedi nelle (mezze) strap, vela indietro, quando sento che tira piede posteriore a centro tavola, leggerissima picchiata e ... parto dislocando, un poco goffo ma abbastanza in controllo.
Il vento viene side on, quindi vado verso il largo. Faccio un paio di corse di questo tipo, tornando indietro in body perche' vorrei evitare di schiantare i winglets sul fondale basso. Mi appunto mentalmente di spostare avanti le straps anteriori.
Poi riparto.
Sono ancora una volta sulla tavola, piu' o meno padrone della situazione.
Arretro un pochino il posteriore e guarda, tocco solo la cima delle ondine. Sono sul piantone ? Non riesco a capire, e' tutto cosi stabile...
Allora arretro ancora un pochino il piede e SALGO.
Mi aspettavo un qualcosa di epico, tipo raggio di sole che fende la tempesta baciando l'eroe tra gli squilli delle trombe, ma invece la tavola si alza dolcemente, il coso e' tranquillo, se non vedessi il mare dall'alto penserei di planare normalmente.
Sono stabile, insomma, il trespolo fila dritto e tutto e' in equilibrio tantrico. Me la godo per 10 secondi o giu di li.
Poi mi colpisce un pensiero prosaico: e adesso ?
Sono talmente stupito di essere entrato in foiling che rimango come paralizzato per qualche momento. Poi realizzo che sono molto in alto, che continuo ad accellerare e che se delfino in velocita' probabilmente moriro' lasciando orfani i miei figli e vedova mia moglie, la quale finira' senz'altro preda di qualche belloccio col sorriso malandrino, gli addominali e 30 anni meno di me.
All'idea del belloccio e dei suoi maledetti addominali mi riscuoto e agisco.
Avrei dovuto fare cose sagge, tipo piegarmi in avanti per spostare il peso a prua e scendere, oppure ancora alzare la vela allo zenith per rallentare. Ma io sono un fantasista nato, e quindi decido di invertire la vela per saltare via e abbandonare il coso al suo destino.
Mi produco in una pendolata cosmica, con l'aqui che sfinestra in acqua e il piantone che, ormai a distanza, si mette a correre sottovento come se avesse un motorino elettrico.
E naturalmente, sono a parecchi cento metri dalla spiaggia, non tocco e tutto intabarrato come sono ho la capacita natatoria di una vecchia foca.
Ne e' seguita un'ora buona di delirio, all'esito della quale il coso, io e il 18 ci siamo reciprocamente tratti a salvamento.
Ora il 18 e' fradicio e pesa almeno 90/100 kg, il coso dorme felice nella sua custodia e io sono nuovamente tornato sotto la confortevole protezione di un completo grigio, stile "sono un serio professionista urbano di mezza eta'".
Ma confesso che, quel poco che ho fatto mi e' piaciuto, e stavolta proseguiro'.
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