"La" barra per kite: PINTXO, by Reiner Kauper
Inviato: 03/10/2022, 15:41
Ciao a tutti,
ci sono sul forum thread sulle barre, ci sono thread – interessantissimi – su come costruirsi barre, ma manca ancora un thread su una candidata ad essere “La” barra
Parlo della nuova barra PINTXO di Kauper, che potete vedere qui:
https://en.kauper-xt.com/bar
Questa v.2 ha subito alcuni aggiornamenti essenziali, e adesso è – nella mia modestissima opinione – la migliore barra che io abbia mai provato per uso surf/foil (anche se gli adepti di Kauper ci saltano come dannati anche con la twin tip: ma io la tavola non la uso quindi non mi pronuncio).
Alcuni dati
Costruzione: carbonio
Chicken loop: proprietario
Leash: proprietario
Linee: Liros DC401 (Sk99, il top di Liros)
Depower: 60cm estendibile o riducibile
Trim: sulle backlines
Peso: 440gr completa
Commenti
Dire che la barra è leggera è una eresia.
Come per la v.1 la barra è “inesistente”. Considerate che i 440gr includono chicken loop e leash!
E l’assenza di una cleat fa si che la barra letteralmente “penzoli” dalle backline in aria, come un fuscello.
All’inizio mette a disagio, si ha la sensazione di non sapere né dove sia, né cosa faccia.
Una volta abituatisi, qualunque altra barra (anche le mie groove in carbonio ultra customizzate ed alleggerite) sembra un mattone sgraziato. E lo dico soffrendo, perché ero davvero orgoglioso della mia ultimissima Groove.
Incredibile quanto avere una barra leggera aumenti il piacere di conduzione.
Trim: come per la v.1, il trim lo si fa sulle back, con un ingegnoso sistema basato su nodi che entrano nel tubo della barra e si incastrano alle estremità.
A differenza delle cleat, indipendentemente da quanto depower si ha il meccanismo di trim è sempre allo stesso posto, non ci si deve allungare come matti a trovarlo, né si ha un cavo che penzola ovunque quando si è trimmato molto.
Con una mano tiri o fai scorrere all’interno i nodi e ecco che sali e scendi di trim in un istante.
Pazzesco.
Sicurezza: qui il genio di Reiner si è palesato.
Un nuovo moschettone a sgancio migliora quello oggettivamente un po’ cheap della v.1.
Ma tanto il moschettone non serve a nulla: solo a collegare il gruppo chicken loop/leash a qualcosa.
L’espulsione si fa con un classico fungo, e leash in apparenza… non ne avete!
Il micro-leash è un cosinino di plastica attaccato tra il fungo di eiezione ed il moschettone, che nemmeno vedete in pratica, e che è sempre attaccato.
Uno fa emergenza, una front scappa via insieme alla barra, e se proprio dovete sganciare, tirate il micro-leash come fosse un leash normale e lui si apre e siete liberi.
Funzionamento provato nelle onde? Superbo. Ingombro e peso? Ridicoli.
Alcuni pensano che il moschettone sia un limite: “Li usavamo 20 anni fa, sono pericolosi!”. Giusto. Ma il moschettone mica lo apri mai, solo a fine seduta. Chicken loop e leash sono collegati al moschettone, punto.
Questo sistema impone poi una diversa strutturazione dei cavi: nessun penzolante cavo della safety, che è grosso, si spela, e ogni tanto si rompe l’elastico e resta floscio.
Le due front sono uguali, e sono direttamente DC401 Liros, ed il tutto è ridotto all’essenziale con una eleganza credo molto difficilmente perfezionabile.
Linee: come detto, sono top assoluto di gamma, le DC401 di Liros, che cominciano ad usare anche altri produttori (anche come kite lines…).
Reiner Kauper ve le da separate in 15m, +3m +3m +3m, così potete scegliere se navigare con 15m, 18m, 21m o 24m.
Ottimo, soprattutto visto che rottura di scatole è impiombare le linee, che quindi è un costo extra.
Le linee hanno solo bocche di lupo. Ma in puro stile Flysurfer e Kitech, Reiner fornische 4 micro anelli inox per simulare i nodi, così la barra è compatibile senza pigtail con… tutto.
Piu’ universale di così non si può.
Dimensioni: io ho la 52cm. Ma Reiner fa anche la 60cm, e soprattutto fa le piccole, 45cm se ricordo bene, per espressa richiesta dei clienti.
Quando gli ho detto che usavo il 5m Maverick in 25 nodi con una barra da 62cm (la mia ex Groove) era incredulo, vista la velocità del kite. Comunque, proprio per accontentare tutti ha smesso di avere solo la 52cm, così ognuno sceglie la propria.
Innovazione rispetto alla v.1:
per me la v.1 era geniale.
Ma io proprio non sopportavo il tubo di plastica centrale.
Non avendo depower da 4 o 5mm, ma usando invece direttamente le flying lines, bisognava proteggerle, e quindi il tubazzo.
Che si rovina, si piega, va coccolato, e cambiarlo richiede di disassemblare il meccanismo di chicken loop. Facile… ma non la primissima volta, visto che è molto alieno.
Adesso invece le linee in basso sono protette da una calza. Cioè non serve piu’ avere gomma o plastica. Di conseguenza, sono ultra flessibili, si avvolgono alla barra, e in generale muovere la barra a kite scarico è una gioia assoluta.
Poi, il meccanismo di stop (a cui una front era connessa, e attraverso cui poteva scorrere l’altra) era un ninnoletto che sembrava stampato in 3d. Ottimo, indistruttibile, ma richiedeva una front con cucita sopra una specie di calza per non scivolare dentro.
Ergo: riparare le front era per me impossibile, non sapendo cucire e non sapendo “cosa” cucirci intorno.
Adesso, un triangolino di metallo con due fori (se sapete dove trovarlo VI PREGO DITEMELO!!! ) – e che peraltro avevo già visto usare da Mario Calbucci (ma per tutto un altro utilizzo) viene usato come “stopper”. La semplicità è ancora piu’ grande, e questa soluzione permette anche in 30 secondi di cambiare la corsa di depower. Pazzesco.
Poi: la mia prima barra Kauper aveva il foro nel tubo stretto. E quindi il tubo mi si era rovinato in fretta.
Me la sostituirono per altri motivi, e la seconda aveva un foro a clessidra solo da un lato.
Adesso il foro è molto ampio su entrambi i lati, e quindi i cavi legati al chicken loop scorrono una meraviglia, e la barra si piega/gira/contorce che è un piacere.
Ultimo: il nuovo moschettone (marcato “Spanger” mi pare) è oggettivamente migliore del vecchio. Piu’ bello, piu’ facile da aprire e chiudere. Ma appunto, si attacca a inizio sessione e si stacca alla fine, quindi cambia praticamente nulla!
Manutenibilità: Reiner dice che “non è che tutti si devono riparare ogni cosa delle barre da soli, c’è il service per quello!".
E ha senso, per carità. Io però amo invece aggiustare le mie, e modificarle, e ricalibrarle: è una roba piu' rilassante che l'uncinetto
La sua v.1 richiedeva piu’ manutenzione di una barra comune, almeno per le mie competenze.
Il meccanismo di chicken loop e quello di leash si può solo rompere l’elastico, come per ogni chicken loop e leash. Lì si ripara in un attimo.
Le linee basse vanno invece calzate con la calza corretta.
Per entrambe il meccanismo di depower… io non ho avuto il coraggio di tirarlo fuori
Ma sono sicuro sia il solito capolavoro di semplicità. Comunque, non vedo come si possa rovinare: il cavo credo sia un D-Pro 3mm di Liros da circa 900kg di carico (per le back…), e i nodi si incastrano su una plastica estremamente liscia: nessuno sfregamento in trazione, nessun incastro in una cleat metallica o altro. Quasi eterno. Si può rompere l'elastico esterno che mantiene la back tensionata, ma anche quello, è proprio due nodi su un elastico, e 60cm di materiale (l'elastico appunto).
Per il resto… non c’è assolutamente nient’altro!!! che possa rompersi o usurarsi
Conclusioni
Io la v.1 l’ho usata, poi quando ho rotto una front l’ho pensionata e mi sono messo a giocare con le Groove.
Mi piaceva, ma era un “unicum” che avevo capito bene, ma non benissimo. Nè nella progettazione, né nel reale beneficio.
E la paura di dover spedire in Germania per rotture mi aveva molto demotivato, soprattutto perché ero convinto che, non manutenendo il tubo di plastica che proteggeva le front, avrei rotto piu’ prima che poi. Come infatti è stato.
Questa v.2 quando l’ho vista sono rimasto senza parole.
Un anno di lavoro sulle mie barre, uso di cavi al top, micro cleat, chicken loop Infexion – se non lo conoscete, andate a vederlo sul loro sito https://www.infexion.eu/product-categor ... k-release/ perché a suo modo, anche quello un capolavoro assoluto – mi avevano convinto che la barra Kauper fosse una “curiosità” o poco piu’.
L’ho usata un paio di volte, e tra le 6 barre che ho è diventata la mia preferita.
È semplicemente troppo, troppo ben congegnata, troppo raffinata, troppo leggera, troppo facile da sganciare in emergenza, troppo… tutto!
Meno che il costo. 399€ è una cifra ri-di-co-la per una barra del genere.
Solo i 100m di DC401 che mi sono ordinato per conto mio costano spediti oltre 115€… e vanno tagliati e impiombati.
Ho 2 kite attitude che ho rimodificato (piu’ depower, e cavo del depower piu’ sottile), e a quello che costano sono semplicemente pazzesche: 300€ finite, in un assetto standard usabile dal primissimo momento.
Ma 100€ in piu’ comprano una barra Kauper, che pesa la metà, ha i cavi a lunghezza variabile, ed è un capolavoro di essenzialità.
E non è questione di prezzo – che pure conta eccome.
È proprio che io non riesco a immaginare un prodotto con queste caratteristiche a meno, e/o fatto meglio.
Qualcuno estremamente perito con le mani potrà emularla, ma in sé, la barra è, a mio modestissimo avviso, un ca-po-la-vo-ro.
Come i suoi kite… ma questa è un’altra storia…
Come dice Reiner – e come mi sento di confermare io – finché non si è navigato un po' con una barra del genere, non ci si può immaginare il disagio di tornare indietro ad altri pesi e/o design...
P.S.
ok, un difetto ce l’ha.
Io ho le manone XXL, e i 22mm di diametro mi stanno piccoli e a volte mi danno fastidio, al punto che dopo i primi 20m in acqua volevo venderla.
Le Groove sono 22x24 (ellittiche quindi), poco piu’, ma unite alla finitura meno “liscia”, sono piu’ confortevoli per me.
È il “difetto persiano” della barra: la perfezione pertiene solo all’Altissimo!
Adesso, sto solo decidendo se prendere un'altra 52cm o una 60cm
ci sono sul forum thread sulle barre, ci sono thread – interessantissimi – su come costruirsi barre, ma manca ancora un thread su una candidata ad essere “La” barra
Parlo della nuova barra PINTXO di Kauper, che potete vedere qui:
https://en.kauper-xt.com/bar
Questa v.2 ha subito alcuni aggiornamenti essenziali, e adesso è – nella mia modestissima opinione – la migliore barra che io abbia mai provato per uso surf/foil (anche se gli adepti di Kauper ci saltano come dannati anche con la twin tip: ma io la tavola non la uso quindi non mi pronuncio).
Alcuni dati
Costruzione: carbonio
Chicken loop: proprietario
Leash: proprietario
Linee: Liros DC401 (Sk99, il top di Liros)
Depower: 60cm estendibile o riducibile
Trim: sulle backlines
Peso: 440gr completa
Commenti
Dire che la barra è leggera è una eresia.
Come per la v.1 la barra è “inesistente”. Considerate che i 440gr includono chicken loop e leash!
E l’assenza di una cleat fa si che la barra letteralmente “penzoli” dalle backline in aria, come un fuscello.
All’inizio mette a disagio, si ha la sensazione di non sapere né dove sia, né cosa faccia.
Una volta abituatisi, qualunque altra barra (anche le mie groove in carbonio ultra customizzate ed alleggerite) sembra un mattone sgraziato. E lo dico soffrendo, perché ero davvero orgoglioso della mia ultimissima Groove.
Incredibile quanto avere una barra leggera aumenti il piacere di conduzione.
Trim: come per la v.1, il trim lo si fa sulle back, con un ingegnoso sistema basato su nodi che entrano nel tubo della barra e si incastrano alle estremità.
A differenza delle cleat, indipendentemente da quanto depower si ha il meccanismo di trim è sempre allo stesso posto, non ci si deve allungare come matti a trovarlo, né si ha un cavo che penzola ovunque quando si è trimmato molto.
Con una mano tiri o fai scorrere all’interno i nodi e ecco che sali e scendi di trim in un istante.
Pazzesco.
Sicurezza: qui il genio di Reiner si è palesato.
Un nuovo moschettone a sgancio migliora quello oggettivamente un po’ cheap della v.1.
Ma tanto il moschettone non serve a nulla: solo a collegare il gruppo chicken loop/leash a qualcosa.
L’espulsione si fa con un classico fungo, e leash in apparenza… non ne avete!
Il micro-leash è un cosinino di plastica attaccato tra il fungo di eiezione ed il moschettone, che nemmeno vedete in pratica, e che è sempre attaccato.
Uno fa emergenza, una front scappa via insieme alla barra, e se proprio dovete sganciare, tirate il micro-leash come fosse un leash normale e lui si apre e siete liberi.
Funzionamento provato nelle onde? Superbo. Ingombro e peso? Ridicoli.
Alcuni pensano che il moschettone sia un limite: “Li usavamo 20 anni fa, sono pericolosi!”. Giusto. Ma il moschettone mica lo apri mai, solo a fine seduta. Chicken loop e leash sono collegati al moschettone, punto.
Questo sistema impone poi una diversa strutturazione dei cavi: nessun penzolante cavo della safety, che è grosso, si spela, e ogni tanto si rompe l’elastico e resta floscio.
Le due front sono uguali, e sono direttamente DC401 Liros, ed il tutto è ridotto all’essenziale con una eleganza credo molto difficilmente perfezionabile.
Linee: come detto, sono top assoluto di gamma, le DC401 di Liros, che cominciano ad usare anche altri produttori (anche come kite lines…).
Reiner Kauper ve le da separate in 15m, +3m +3m +3m, così potete scegliere se navigare con 15m, 18m, 21m o 24m.
Ottimo, soprattutto visto che rottura di scatole è impiombare le linee, che quindi è un costo extra.
Le linee hanno solo bocche di lupo. Ma in puro stile Flysurfer e Kitech, Reiner fornische 4 micro anelli inox per simulare i nodi, così la barra è compatibile senza pigtail con… tutto.
Piu’ universale di così non si può.
Dimensioni: io ho la 52cm. Ma Reiner fa anche la 60cm, e soprattutto fa le piccole, 45cm se ricordo bene, per espressa richiesta dei clienti.
Quando gli ho detto che usavo il 5m Maverick in 25 nodi con una barra da 62cm (la mia ex Groove) era incredulo, vista la velocità del kite. Comunque, proprio per accontentare tutti ha smesso di avere solo la 52cm, così ognuno sceglie la propria.
Innovazione rispetto alla v.1:
per me la v.1 era geniale.
Ma io proprio non sopportavo il tubo di plastica centrale.
Non avendo depower da 4 o 5mm, ma usando invece direttamente le flying lines, bisognava proteggerle, e quindi il tubazzo.
Che si rovina, si piega, va coccolato, e cambiarlo richiede di disassemblare il meccanismo di chicken loop. Facile… ma non la primissima volta, visto che è molto alieno.
Adesso invece le linee in basso sono protette da una calza. Cioè non serve piu’ avere gomma o plastica. Di conseguenza, sono ultra flessibili, si avvolgono alla barra, e in generale muovere la barra a kite scarico è una gioia assoluta.
Poi, il meccanismo di stop (a cui una front era connessa, e attraverso cui poteva scorrere l’altra) era un ninnoletto che sembrava stampato in 3d. Ottimo, indistruttibile, ma richiedeva una front con cucita sopra una specie di calza per non scivolare dentro.
Ergo: riparare le front era per me impossibile, non sapendo cucire e non sapendo “cosa” cucirci intorno.
Adesso, un triangolino di metallo con due fori (se sapete dove trovarlo VI PREGO DITEMELO!!! ) – e che peraltro avevo già visto usare da Mario Calbucci (ma per tutto un altro utilizzo) viene usato come “stopper”. La semplicità è ancora piu’ grande, e questa soluzione permette anche in 30 secondi di cambiare la corsa di depower. Pazzesco.
Poi: la mia prima barra Kauper aveva il foro nel tubo stretto. E quindi il tubo mi si era rovinato in fretta.
Me la sostituirono per altri motivi, e la seconda aveva un foro a clessidra solo da un lato.
Adesso il foro è molto ampio su entrambi i lati, e quindi i cavi legati al chicken loop scorrono una meraviglia, e la barra si piega/gira/contorce che è un piacere.
Ultimo: il nuovo moschettone (marcato “Spanger” mi pare) è oggettivamente migliore del vecchio. Piu’ bello, piu’ facile da aprire e chiudere. Ma appunto, si attacca a inizio sessione e si stacca alla fine, quindi cambia praticamente nulla!
Manutenibilità: Reiner dice che “non è che tutti si devono riparare ogni cosa delle barre da soli, c’è il service per quello!".
E ha senso, per carità. Io però amo invece aggiustare le mie, e modificarle, e ricalibrarle: è una roba piu' rilassante che l'uncinetto
La sua v.1 richiedeva piu’ manutenzione di una barra comune, almeno per le mie competenze.
Il meccanismo di chicken loop e quello di leash si può solo rompere l’elastico, come per ogni chicken loop e leash. Lì si ripara in un attimo.
Le linee basse vanno invece calzate con la calza corretta.
Per entrambe il meccanismo di depower… io non ho avuto il coraggio di tirarlo fuori
Ma sono sicuro sia il solito capolavoro di semplicità. Comunque, non vedo come si possa rovinare: il cavo credo sia un D-Pro 3mm di Liros da circa 900kg di carico (per le back…), e i nodi si incastrano su una plastica estremamente liscia: nessuno sfregamento in trazione, nessun incastro in una cleat metallica o altro. Quasi eterno. Si può rompere l'elastico esterno che mantiene la back tensionata, ma anche quello, è proprio due nodi su un elastico, e 60cm di materiale (l'elastico appunto).
Per il resto… non c’è assolutamente nient’altro!!! che possa rompersi o usurarsi
Conclusioni
Io la v.1 l’ho usata, poi quando ho rotto una front l’ho pensionata e mi sono messo a giocare con le Groove.
Mi piaceva, ma era un “unicum” che avevo capito bene, ma non benissimo. Nè nella progettazione, né nel reale beneficio.
E la paura di dover spedire in Germania per rotture mi aveva molto demotivato, soprattutto perché ero convinto che, non manutenendo il tubo di plastica che proteggeva le front, avrei rotto piu’ prima che poi. Come infatti è stato.
Questa v.2 quando l’ho vista sono rimasto senza parole.
Un anno di lavoro sulle mie barre, uso di cavi al top, micro cleat, chicken loop Infexion – se non lo conoscete, andate a vederlo sul loro sito https://www.infexion.eu/product-categor ... k-release/ perché a suo modo, anche quello un capolavoro assoluto – mi avevano convinto che la barra Kauper fosse una “curiosità” o poco piu’.
L’ho usata un paio di volte, e tra le 6 barre che ho è diventata la mia preferita.
È semplicemente troppo, troppo ben congegnata, troppo raffinata, troppo leggera, troppo facile da sganciare in emergenza, troppo… tutto!
Meno che il costo. 399€ è una cifra ri-di-co-la per una barra del genere.
Solo i 100m di DC401 che mi sono ordinato per conto mio costano spediti oltre 115€… e vanno tagliati e impiombati.
Ho 2 kite attitude che ho rimodificato (piu’ depower, e cavo del depower piu’ sottile), e a quello che costano sono semplicemente pazzesche: 300€ finite, in un assetto standard usabile dal primissimo momento.
Ma 100€ in piu’ comprano una barra Kauper, che pesa la metà, ha i cavi a lunghezza variabile, ed è un capolavoro di essenzialità.
E non è questione di prezzo – che pure conta eccome.
È proprio che io non riesco a immaginare un prodotto con queste caratteristiche a meno, e/o fatto meglio.
Qualcuno estremamente perito con le mani potrà emularla, ma in sé, la barra è, a mio modestissimo avviso, un ca-po-la-vo-ro.
Come i suoi kite… ma questa è un’altra storia…
Come dice Reiner – e come mi sento di confermare io – finché non si è navigato un po' con una barra del genere, non ci si può immaginare il disagio di tornare indietro ad altri pesi e/o design...
P.S.
ok, un difetto ce l’ha.
Io ho le manone XXL, e i 22mm di diametro mi stanno piccoli e a volte mi danno fastidio, al punto che dopo i primi 20m in acqua volevo venderla.
Le Groove sono 22x24 (ellittiche quindi), poco piu’, ma unite alla finitura meno “liscia”, sono piu’ confortevoli per me.
È il “difetto persiano” della barra: la perfezione pertiene solo all’Altissimo!
Adesso, sto solo decidendo se prendere un'altra 52cm o una 60cm