Tragedia del mare a Rimini -4 morti
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Tragedia del mare a Rimini -4 morti
Rimini – Un Bavaria 40, si è schiantato sulla scogliera del porto di Rimini dopo aver perso la chiglia ed essersi ribaltato: delle sei persone che erano a bordo (cinque uomini e una donna, tutti del veronese), quattro hanno perso la vita.
http://www.giornaledellavela.com/news/2 ... -dinamica/
purtroppo il mare richiede sempre rispetto...
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
Esatto! troppo spesso le cose sembrano semplici e quindi si affrontano in maniera superficiale.gas ha scritto: purtroppo il mare richiede sempre rispetto...
Peter Lynn team rider
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
non vorrei sembrare irrispettoso ma,
le previsioni erano chiare da una settimana, doveva passare un grosso temporale con venti forti dal nord, si sapeva del mare incasinato, si sapeva di tutto..
ora mi chiedo, è stata colpa di qualcuno che ha interpretato male le previsioni oppure lo skipper pensava di poter tenere l'imbarcazione anche in quelle condizioni?
le previsioni erano chiare da una settimana, doveva passare un grosso temporale con venti forti dal nord, si sapeva del mare incasinato, si sapeva di tutto..
ora mi chiedo, è stata colpa di qualcuno che ha interpretato male le previsioni oppure lo skipper pensava di poter tenere l'imbarcazione anche in quelle condizioni?
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
Anche io non capisco... sembra dovessero andare da Ravenna fino in Sicilia... chi fa un viaggio del genere normalmente si informa bene sui bollettini meteo/marini!
Sembra abbiano avuto un'avaria al motore e tentando di rientrare in porto a Rimini abbiano perso il controllo dell'imbarcazione finendo contro la diga foranea che ha causato il rovesciamento dell'imbarcazione.
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
Mi piacerebbe sapere esattamente come sono andate le cose ma per come le hanno raccontate sembra che purtroppo di errori ne siano stati commessi parecchi
Peter Lynn team rider
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
In ogni caso un cordoglianze ai parenti lo meritano
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
da quanto scrivono (ma va a capire se è tutto vero), al fatto che hanno preso sotto gamba le previsioni, nel momento in cui hanno deciso di entrare in porto a Rimini perchè le condizioni erano peggiorate, si è aggiunta la sfiga che il motore si è fermato proprio quando erano vicinissimi al porto, non lasciando nemmeno il tempo di issare una vela e le onde li hanno fatti schiantare sul pennello (si chiama cosi?) di scogli a protezione dell'ingresso del porto.
Sempre da quanto hanno riportato i giornali quando hanno chiesto al telefono di entrare in darsena la situazione era sotto controllo e il comandanet pareva tranquillo.
Per assurdo se fossero rimasti al largo o avessero avuto un altra rotta di avvicinamento forse sarebbe andata diversamente..
cmq una vera tragedia
Sempre da quanto hanno riportato i giornali quando hanno chiesto al telefono di entrare in darsena la situazione era sotto controllo e il comandanet pareva tranquillo.
Per assurdo se fossero rimasti al largo o avessero avuto un altra rotta di avvicinamento forse sarebbe andata diversamente..
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
Per avere le idee più chiare....
Naufragio di Rimini, sale a 4 il numero delle vittime, dopo che sono stati ritrovati i corpi senza vita dei tre dispersi in mare. La barca è un Bavaria 50 del 2002-2003, che era stato al cantiere Orioli per alcuni lavori di manutenzione. A perdere la vita sono stati il cardiologo veronese Alessandro Fabbri, proprietario della barca, la figlia Alessia, notaio nel capoluogo scaligero e un ingegnere di cui al momento si conoscerebbe solo il nome, Ernesto. Infine ieri era stato recuperato il corpo di Enrico Marinelli, 68 anni, ex dirigente Valdadige, definito molto esperto di mare. Miracolosamente vivi e ricoverati all’Infermi, Luca Nicolis fidanzato di Alessia, che sta bene e potrebbe essere dimesso presto, e Carlo Calvelli, collega di Alessandro Fabbri, otorinolaringoiatra sempre a Verona, ancora in prognosi riservata per la grave ipotermia.
Dalle prime ricostruzioni è emerso che la barca a vela è registrata a Monfalcone ed era di stanza a Marina di Ravenna da dove sarebbe partita, nella giornata di martedì, alla volta di Trapani dove avevano deciso di spostare l'ormeggio della barca, per il trasferimento. A bordo erano presenti 6 persone, tra cui l'armatore, tutti di Verona, sorpresi dall'improvviso maltempo in mare. Non riuscendo ad affrontare la burrasca, avevano chiesto riparo nella Marina di Rimini via radio.
Qui le ricostruzioni si interrompono e paiono frammentate, forse solo i superstiti, una volta recuperate le forze, potranno raccontare in dettaglio quanto accaduto. A quanto pare le previsioni meteo avevano parlato di possibile burrasca forza 6, quindi ci potrebbe essere stata una forzatura a uscire e prendere il mare da Marina di Ravenna. Oppure erano usciti in condizioni ancora "gestibili", ma poi sono stati sorpresi dall'aggravarsi repentino del mare con vento di Bora a oltre 45 nodi. A quel punto la chiamata via radio a Rimini è stata solo l'inizio della tragedia.
Facciamo un passo indietrio. Il Bavaria 50 era fermo nel marina privato di Marinara a Marina di Ravenna. Quando hanno deciso di prendere il mare, sarebbero stati avvisati da alcuni responsabili del marina delle condizioni meteo in peggioramento, ma hanno deciso ugualmente di tentare. Vi sarebbero anche testimonianze del momento in cui la barca ha mollato gli ormeggi, con una manovra impacciata che avrebbe messo in evidenza la non parricolare esperienza dell'equipaggio. Ma queste sono davvero voci di banchina.
Un responsabile della Gold Sail che ha venduto la barca ai proprietari avrebbe dovuto spostare un'altra sua barca dentro le dighe del porto di Marina di Ravenna, ma visto l'aggraversi delle condizioni, con raffiche sempre più violente di Bora, ha desistito. E avrebbe chiamato al telefono il Bavaria 50, consigliandoli di rientrare a Marina di Ravenna (entrata super-sicura, uno dei più grandi porti di tutto l'Adriatico). Da bordo gli avrebbero confermato che il mare era molto grosso con onde formate. Poi i contatti si sono persi.
Cosa può essere successo? E' probabile che, visto il peggioramento che rendeva ingestibile la navigazione, a bordo abbiano deciso di puntare su Rimini. Il problema è che con la Bora, portarsi sotto costa è rischiosissimo, perchè le onde si fanno frangenti per il basso fondale. Dalle foto si vede labarca senza bulbo e timone. Forse nell'intento di rimontare verso l'entrata del porto di Rimini, scendendo in un cavo dell'onda, anche in un fondale normale di 4-5 metri, abbiano urtato il fondo con violenza, e rotto chiglia e timone. A quel punto la barca si è capovolta ed è rimasta in balia del mare che l'ha catapultata sugli scogli dell'entrata sud del canale.
Saily ha parlato anche con i responsabili del Marina di Rimini, che hnei momenti precedenti al naufragio sono stati in contatto con l'equipaggio, prima via radio e poi telefono. Riferiscono di averli sentiti tranquilli, forse persino troppo, e che il gommone di assistenza era pronto per accoglierli una volta al riparo delle lunga diga frangiflutti, che tra l'altro rende piuttosto sicuro anche l'approdo riminese (considerato uno dei porti rifugio in quel tratto dell'Adriatico). Il problema è che rispetto all'entrata del canale il Bavaria 50 si è trovato troppo a sud e sotto costa, nel risalire una onda frangente ha fatto sbandare la barca violentemente, con le crocette in acqua, e in seguito il motore si è spento. Altro problema abbastanza frequente in assenza di una manutenzione scrupolosa, quando c'è tanto mare le impurità finiscono per bloccare il motore. Altre onde sono sopraggiunte e alla fine hanno sbattuto con forza la barca, senza più governo, sul frangiflutti, spaccando bulbo e timone e facendola persino salire sugli scogli come si vede dalle immagini. Si pensava che paradossalmente questo potesse favorire il salvataggio delle persone, ma purtroppo non è stato così.
Come sempre in casi del genere una somma di errori e fatalità porta alla tragedia. 1) La scelta di uscire in condizioni limite, con equipaggio non espertissimo. 2) La decisione di portarsi sotto costa (sarebbe stato assai meglio, piuttosto, soffrire un po' e con poca tela rimontare andando a largo, o addirittura provare a ritornare verso l'imboccatura di Marina di Ravenna, che è sicura). 3) La chiamata al porto di Rimini per il posto barca, avrebbe dovuto piuttosto essere una richiesta di assistenza, vista la difficoltà della barca. 4) A quanto pare uno dei due salvati era rimasto all'interno della barca, nella cabina. Gli altri sono stati sbalzati fuori nel primo ribaltamento o sucessivamente. Pare ovvio che nessuno indossasse cinture di salvataggio o giubotti salvagente. Stare sulla barca o nella barca resta sempre l'impreativo primo per avere maggiori probabilità di salvarsi.
Di questo incidente si parlerà per un bel po', è una storia che certo non fa bene alla vela e alla nautica. Ma come sempre dalle tragedie si può e si deve imparare, e questo bisognerà fare, ancora una volta.
Naufragio di Rimini, sale a 4 il numero delle vittime, dopo che sono stati ritrovati i corpi senza vita dei tre dispersi in mare. La barca è un Bavaria 50 del 2002-2003, che era stato al cantiere Orioli per alcuni lavori di manutenzione. A perdere la vita sono stati il cardiologo veronese Alessandro Fabbri, proprietario della barca, la figlia Alessia, notaio nel capoluogo scaligero e un ingegnere di cui al momento si conoscerebbe solo il nome, Ernesto. Infine ieri era stato recuperato il corpo di Enrico Marinelli, 68 anni, ex dirigente Valdadige, definito molto esperto di mare. Miracolosamente vivi e ricoverati all’Infermi, Luca Nicolis fidanzato di Alessia, che sta bene e potrebbe essere dimesso presto, e Carlo Calvelli, collega di Alessandro Fabbri, otorinolaringoiatra sempre a Verona, ancora in prognosi riservata per la grave ipotermia.
Dalle prime ricostruzioni è emerso che la barca a vela è registrata a Monfalcone ed era di stanza a Marina di Ravenna da dove sarebbe partita, nella giornata di martedì, alla volta di Trapani dove avevano deciso di spostare l'ormeggio della barca, per il trasferimento. A bordo erano presenti 6 persone, tra cui l'armatore, tutti di Verona, sorpresi dall'improvviso maltempo in mare. Non riuscendo ad affrontare la burrasca, avevano chiesto riparo nella Marina di Rimini via radio.
Qui le ricostruzioni si interrompono e paiono frammentate, forse solo i superstiti, una volta recuperate le forze, potranno raccontare in dettaglio quanto accaduto. A quanto pare le previsioni meteo avevano parlato di possibile burrasca forza 6, quindi ci potrebbe essere stata una forzatura a uscire e prendere il mare da Marina di Ravenna. Oppure erano usciti in condizioni ancora "gestibili", ma poi sono stati sorpresi dall'aggravarsi repentino del mare con vento di Bora a oltre 45 nodi. A quel punto la chiamata via radio a Rimini è stata solo l'inizio della tragedia.
Facciamo un passo indietrio. Il Bavaria 50 era fermo nel marina privato di Marinara a Marina di Ravenna. Quando hanno deciso di prendere il mare, sarebbero stati avvisati da alcuni responsabili del marina delle condizioni meteo in peggioramento, ma hanno deciso ugualmente di tentare. Vi sarebbero anche testimonianze del momento in cui la barca ha mollato gli ormeggi, con una manovra impacciata che avrebbe messo in evidenza la non parricolare esperienza dell'equipaggio. Ma queste sono davvero voci di banchina.
Un responsabile della Gold Sail che ha venduto la barca ai proprietari avrebbe dovuto spostare un'altra sua barca dentro le dighe del porto di Marina di Ravenna, ma visto l'aggraversi delle condizioni, con raffiche sempre più violente di Bora, ha desistito. E avrebbe chiamato al telefono il Bavaria 50, consigliandoli di rientrare a Marina di Ravenna (entrata super-sicura, uno dei più grandi porti di tutto l'Adriatico). Da bordo gli avrebbero confermato che il mare era molto grosso con onde formate. Poi i contatti si sono persi.
Cosa può essere successo? E' probabile che, visto il peggioramento che rendeva ingestibile la navigazione, a bordo abbiano deciso di puntare su Rimini. Il problema è che con la Bora, portarsi sotto costa è rischiosissimo, perchè le onde si fanno frangenti per il basso fondale. Dalle foto si vede labarca senza bulbo e timone. Forse nell'intento di rimontare verso l'entrata del porto di Rimini, scendendo in un cavo dell'onda, anche in un fondale normale di 4-5 metri, abbiano urtato il fondo con violenza, e rotto chiglia e timone. A quel punto la barca si è capovolta ed è rimasta in balia del mare che l'ha catapultata sugli scogli dell'entrata sud del canale.
Saily ha parlato anche con i responsabili del Marina di Rimini, che hnei momenti precedenti al naufragio sono stati in contatto con l'equipaggio, prima via radio e poi telefono. Riferiscono di averli sentiti tranquilli, forse persino troppo, e che il gommone di assistenza era pronto per accoglierli una volta al riparo delle lunga diga frangiflutti, che tra l'altro rende piuttosto sicuro anche l'approdo riminese (considerato uno dei porti rifugio in quel tratto dell'Adriatico). Il problema è che rispetto all'entrata del canale il Bavaria 50 si è trovato troppo a sud e sotto costa, nel risalire una onda frangente ha fatto sbandare la barca violentemente, con le crocette in acqua, e in seguito il motore si è spento. Altro problema abbastanza frequente in assenza di una manutenzione scrupolosa, quando c'è tanto mare le impurità finiscono per bloccare il motore. Altre onde sono sopraggiunte e alla fine hanno sbattuto con forza la barca, senza più governo, sul frangiflutti, spaccando bulbo e timone e facendola persino salire sugli scogli come si vede dalle immagini. Si pensava che paradossalmente questo potesse favorire il salvataggio delle persone, ma purtroppo non è stato così.
Come sempre in casi del genere una somma di errori e fatalità porta alla tragedia. 1) La scelta di uscire in condizioni limite, con equipaggio non espertissimo. 2) La decisione di portarsi sotto costa (sarebbe stato assai meglio, piuttosto, soffrire un po' e con poca tela rimontare andando a largo, o addirittura provare a ritornare verso l'imboccatura di Marina di Ravenna, che è sicura). 3) La chiamata al porto di Rimini per il posto barca, avrebbe dovuto piuttosto essere una richiesta di assistenza, vista la difficoltà della barca. 4) A quanto pare uno dei due salvati era rimasto all'interno della barca, nella cabina. Gli altri sono stati sbalzati fuori nel primo ribaltamento o sucessivamente. Pare ovvio che nessuno indossasse cinture di salvataggio o giubotti salvagente. Stare sulla barca o nella barca resta sempre l'impreativo primo per avere maggiori probabilità di salvarsi.
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
Quì la raccontano un po diversa..
Rimini – Un Bavaria 40, il “Dipiù”, si è schiantato sulla scogliera del porto di Rimini dopo aver perso la chiglia ed essersi ribaltato: delle sei persone che erano a bordo (cinque uomini e una donna, tutti del veronese), quattro hanno perso la vita. Come è potuto accadere? Ecco la nostra ricostruzione.
LA PARTENZA
Il Bavaria 40 Dipiù, dell’armatore veronese Alessandro Fabbri, salpa nella mattinata del 18 aprile da Marina di Ravenna, in direzione Trapani. Nonostante i consigli di un amico, che li mette in guardia sulla bora che sta salendo, l’equipaggio molla gli ormeggi. Fuori c’è molta onda e vento forte.
riminiIntorno alle 13 le condizioni sono diventate davvero proibitive, la bora soffia con raffiche fino a 45 nodi, il mare, a causa dei bassi fondali che caratterizzano la costa adriatica, è sempre più minaccioso. L’equipaggio contatta via radio l’ormeggiatore del porto Marina di Rimini annunciando l’arrivo.
QUALCOSA VA STORTO
Verso le 16, il Dipiù giunge a ridosso dell’ingresso del porto di Rimini. Le vele sono giù, e sta procedendo a motore. Qui, qualcosa va storto. L’entrobordo si blocca. In queste condizioni la mente si annebbia, è difficile ragionare con lucidità. Ci prova l’armatore, che tenta di issare la tormentina per manovrare, mentre la corrente trascina velocemente la barca verso la scogliera del porticciolo.
La barca è in balia delle onde, con sbalzi di anche due-tre metri. Una volta che è abbastanza vicina alla riva, e il fondale è basso, la chiglia sbatte contro il fondo, e purtroppo questo accade mentre la barca è inclinata, causandone il distacco (se il colpo fosse avvenuto a barca piatta, al limite la chiglia sarebbe rientrata per compressione).
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00:31
LA TRAGEDIA
Con la barca senza chiglia, ribaltarsi, in una situazione di onda alta e corta, è un attimo.
E così il Dipiù scuffia, finendo contro la scogliera. Tutti i membri dell’equipaggio finiscono in mare, la prima è la figlia dell’armatore. In questi casi, uno può aver giustamente indossato il giubbotto autogonfiabile e restare a galla, ma il problema è riuscire a respirare: con un vento così forte, l’acqua nebulizza, è come essere sott’acqua.
Un uomo, Luca Nicolis, 40 anni, viene subito recuperato sulla barriera di rocce, a pochi metri dalla carcassa capovolta della barca (l’altro superstite ha 70 anni e si chiama Carlo Calvelli). Per gli altri, purtroppo, nulla da fare. Un cadavere viene individuato subito, è quello di Enrico Martinelli (68), mentre la mattina del 19 vengono ritrovati i corpi dei tre dispersi, due uomini (l’armatore Alessandro Fabbri, 65 anni, sua figlia Alessia, 38 ed Ernesto Salin, 64). Due incastrati nella scogliera, uno trascinato dalla corrente all’altezza di uno stabilimento balneare. Nulla da fare per l’armatore Alessandro Fabbri e la figlia Alessia, fidanzata del Nicolis.
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LA PARTENZA
Il Bavaria 40 Dipiù, dell’armatore veronese Alessandro Fabbri, salpa nella mattinata del 18 aprile da Marina di Ravenna, in direzione Trapani. Nonostante i consigli di un amico, che li mette in guardia sulla bora che sta salendo, l’equipaggio molla gli ormeggi. Fuori c’è molta onda e vento forte.
riminiIntorno alle 13 le condizioni sono diventate davvero proibitive, la bora soffia con raffiche fino a 45 nodi, il mare, a causa dei bassi fondali che caratterizzano la costa adriatica, è sempre più minaccioso. L’equipaggio contatta via radio l’ormeggiatore del porto Marina di Rimini annunciando l’arrivo.
QUALCOSA VA STORTO
Verso le 16, il Dipiù giunge a ridosso dell’ingresso del porto di Rimini. Le vele sono giù, e sta procedendo a motore. Qui, qualcosa va storto. L’entrobordo si blocca. In queste condizioni la mente si annebbia, è difficile ragionare con lucidità. Ci prova l’armatore, che tenta di issare la tormentina per manovrare, mentre la corrente trascina velocemente la barca verso la scogliera del porticciolo.
La barca è in balia delle onde, con sbalzi di anche due-tre metri. Una volta che è abbastanza vicina alla riva, e il fondale è basso, la chiglia sbatte contro il fondo, e purtroppo questo accade mentre la barca è inclinata, causandone il distacco (se il colpo fosse avvenuto a barca piatta, al limite la chiglia sarebbe rientrata per compressione).
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LA TRAGEDIA
Con la barca senza chiglia, ribaltarsi, in una situazione di onda alta e corta, è un attimo.
E così il Dipiù scuffia, finendo contro la scogliera. Tutti i membri dell’equipaggio finiscono in mare, la prima è la figlia dell’armatore. In questi casi, uno può aver giustamente indossato il giubbotto autogonfiabile e restare a galla, ma il problema è riuscire a respirare: con un vento così forte, l’acqua nebulizza, è come essere sott’acqua.
Un uomo, Luca Nicolis, 40 anni, viene subito recuperato sulla barriera di rocce, a pochi metri dalla carcassa capovolta della barca (l’altro superstite ha 70 anni e si chiama Carlo Calvelli). Per gli altri, purtroppo, nulla da fare. Un cadavere viene individuato subito, è quello di Enrico Martinelli (68), mentre la mattina del 19 vengono ritrovati i corpi dei tre dispersi, due uomini (l’armatore Alessandro Fabbri, 65 anni, sua figlia Alessia, 38 ed Ernesto Salin, 64). Due incastrati nella scogliera, uno trascinato dalla corrente all’altezza di uno stabilimento balneare. Nulla da fare per l’armatore Alessandro Fabbri e la figlia Alessia, fidanzata del Nicolis.
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
Un bravo Skipper non avrebbe preso la decisione di uscire con una previsione di mare e di vento come in effetti si è manifestato.
Probabilmente non conosceva bene l'Adriatico, una barca di 15 mt non ha molti problemi con mare grosso e vento forte se stai al largo, mentre ha deciso di rientrare a Rimini "quale sarà stato il motivo". Ho degli amici che vanno in barca a vela i quali mi dicevano che il suo errore è stato proprio rientrare in porto con vento forte un mare così grosso e poco profondo, specialmente se non hai dimestichezza e conoscenza del luogo. Oltretutto sembra che sia andato in avaria il motore da li credo sia andato in panico e non ha nemmeno avuto la freddezza da poter utilizzare la vela piccola da tempesta per manovrare. Credo siano stati attimi di terrore.
R.I.P.
Probabilmente non conosceva bene l'Adriatico, una barca di 15 mt non ha molti problemi con mare grosso e vento forte se stai al largo, mentre ha deciso di rientrare a Rimini "quale sarà stato il motivo". Ho degli amici che vanno in barca a vela i quali mi dicevano che il suo errore è stato proprio rientrare in porto con vento forte un mare così grosso e poco profondo, specialmente se non hai dimestichezza e conoscenza del luogo. Oltretutto sembra che sia andato in avaria il motore da li credo sia andato in panico e non ha nemmeno avuto la freddezza da poter utilizzare la vela piccola da tempesta per manovrare. Credo siano stati attimi di terrore.
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
Questo era il fronte temporalesco di quel giorno
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Re: Tragedia del mare a Rimini -4 morti
io ero in spiaggia a marina di ravenna quel giorno , e credo che solo un matto sarebbe uscito, dal lato di porto corsini che prendeva bora piena in spiaggia era difficoltoso anche solo stare in piedi per via delle raffiche a quasi 100 km/h e non vi dico il mare , al largo onde di almeno 2 o 3 mt e la temperatura era 6 gradi.
Dispiace per la tragedia ma uscire in quelle condizioni è stato un eccesso di confidenza che ha presentato un conto troppo salato.
Dispiace per la tragedia ma uscire in quelle condizioni è stato un eccesso di confidenza che ha presentato un conto troppo salato.